Spesa sanitaria sui cittadini. 113,7 miliardi di euro usciti per il Servizio sanitario nazionale nel 2016 più 7 7,6 miliardi di ticket pagati dalle famiglie italiane nel corso dell’anno. Totale: 121,3 miliardi di costi del servizio pubblico.
E’ stato presentato il Rapporto Aiop “Ospedali&Salute” a Roma e nell’indagine si parla di una “situazione che drena risorse che vanno a coprire il disavanzo, sottraendole all’erogazione delle prestazioni. Si tratta di extraricavi che vengono concessi alle aziende pubbliche in difficoltà gestionali e che possono rappresentare – tra l’altro – delle forme implicite di ripianamento del disavanzo”.
Spesa sanitaria – Il 77,4% dei care-giver dichiara di aver sostenuto una o più spese sanitarie e/o assistenziali per sé o per gli altri membri della famiglia negli ultimi dodici mesi pur avendo avuto accesso ai servizi delle strutture pubbliche e/o private accreditate: si tratta di quasi 20 milioni di famiglie, con una spesa totale dichiarata di 13,0 miliardi di euro di cui 9,9 per spese sanitarie e 3,1 per spese assistenziali. ll 66,7% dei care-giver dichiari a sua volta di aver sostenuto delle spese sanitarie e/o assistenziali per sé e/o per altri membri della famiglia negli ultimi dodici mesi per l’accesso a servizi di tipo privato a pagamento pieno. In realtà la stima del totale delle spese sostenute sulla base delle dichiarazioni dei care-giver – si legge in una nota di Askanews -, sale a quasi 40 miliardi di euro qualora si valuti in maniera più precisa il costo effettivo delle badanti, che va ben al di là di quanto si può ricavare dalle risposte degli intervistati (pari a 3.016 milioni di euro) e che invece risulta, secondo i calcoli effettuati ad hoc, pari a 10.700 milioni di euro (con una differenza in più pari a 7.684 milioni di euro).
Le ragioni della scelta – Al 1° posto le liste di attesa troppo lunghe (46,5%), al 2° posto i farmaci non più prescrivibili oppure quelli che si acquistano perché è più rapido farlo direttamente senza passare dal medico di base (31,7%) oppure, al 3° posto, perché si preferisce rivolgersi direttamente allo specialista di cui ci si fida (28,7%), a cui però vanno aggiunte le difficoltà burocratiche da affrontare presso le strutture pubbliche 5 (4° posto, col 13,0%) nonché la non adeguata organizzazione da parte dei servizi pubblici (5° posto, col 7,8%).