Pamela Mastropietro, nuovi sviluppi dall’autopsia. La 18enne romana potrebbe essere stata violentata, uccisa e fatta a pezzi con metodologia scientifica. Per il criminologo Alessandro Meluzzi le novità emerse dalla nuova autopsia effettuata ieri, sono nulla di nuovo sotto il sole visto che non ha mai creduto alla tesi della morte per overdose. Il nuovo esame sui resti della povera Pamela effettuato dal professor Mariano Cingolani avrebbe rilevato segni di morte violenta ed uno smembramento del cadavere effettuato con precisione, proprio con l’intento di cancellare ogni possibile traccia della possibile violenza sessuale (il pube asportato) e appunto dell’omicidio. Con Lo Speciale Meluzzi riconferma la tesi da lui sostenuta sin dall’inizio.
Professore, dopo giorni in cui sembrava ormai esclusa la pista dell’omicidio, dalla nuova autopsia è arrivato il colpo di scena. Prende corpo concretamente l’ipotesi della violenza sessuale e della morte violenta oltre che la conferma dell’orribile mattanza compiuta sul corpo della vittima.
“Cominciamo con il dire che su un corpo ridotto in quelle condizioni non potrà mai essere fatta una diagnosi di morte per overdose. Quindi nel momento in cui mi trovo davanti una ragazza che ha preso una botta in testa, una coltellata al fegato, e che è stata fatta a pezzi da un anatomopatologo per far sparire le prove, non si può oggettivamente continuare a parlare di morte naturale e di vilipendio di cadavere. In un contesto del genere avremmo dovuto liberare immediatamente Rudy Guede, padre Graziano, Sollecito, Bossetti e tanti altri e con una simile giurisprudenza non si sarebbe nemmeno potuto celebrare un solo processo per omicidio in questi ultimi venti anni. Perché trattare questo caso con i piedi di piombo e con i guanti bianchi? Sulla motivazione ideologica mi sono già espresso. Oggi emerge questo scenario raccapricciante, con l’entrata in scena di questo anatomopatologo che avrebbe sventrato il cadavere con precisione chirurgica e con una rapidità che è risultata sconcertante allo stesso specialista, che ha evidenziato come un lavoro del genere nel suo studio avrebbe richiesto tantissime ore. Siamo davanti a dei veri mostri e questo è soltanto l’assaggio di ciò che attentenderà l’Italia nel prossimo futuro”.
In che senso?
“Nel senso che saremo sempre più in balia della criminalità più spietata che è appunto la mafia nigeriana. O corriamo ai ripari il più in fretta possibile o resteremo vittime di questo cancro”.
A questo punto però che ruolo avrebbe giocato in tutto questo Oseghale? Si sarebbe limitato a far sparire le valigie?
“Siamo in presenza di bande criminali organizzate. Entrano in campo soggetti connessi l’uno con l’altro e pronti ad intervenire in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione. La mafia nigeriana, oltre ad essere specializzata nel traffico di droga, nel racket del territorio, nello sfruttamento della prostituzione anche minorile, lo è nel mercato delle truffe online. Non stiamo parlando della mafia di bongo-bongo ma di una delle mafie più tecnologicamente preparate. Mi fa specie che i grandi guru dell’antimafia nazionale, giustamente in campo a denunciare la mafia del passato, chiudano gli occhi di fronte alla mafia del presente e del futuro. Perché? Forse perché la pelle nera concede il diritto di essere mafiosi?”.
A questo punto diventa anche probabile la pista della violenza sessuale?
“Ma certamente. Ma davvero possiamo pensare che una ragazzina che finisce nelle mani di criminali specializzati nello sfruttamento della prostituzione minorile e dediti alla compravendita di ragazze nei villagi della Nigeria, importate e spesso uccise già durante il viaggio come capitato alle ventisei sbarcate morte a Salerno, possa essere trattata come un fiorellino? Sarebbe sicuramente molto strano dal punto di vista statistico”.
Traini che spara all’impazzata contro i nigeriani, Pamela fatta a pezzi con metodi tribali. Si può parlare di scontro fra fascismo e tribalismo a questo punto?
“Mi rifiuto di mettere sullo stesso piano i due eventi. Parlare di scontro fra fascismo e tribalismo mi ricorda certo doroteismo veneto che aveva come motto ‘avanti al centro contro gli opposti estremismi per salvare l’Italia’. Mentre allora questa contrapposizione fra destra e sinistra, rossi e neri era anche normale, qui la contrapposizione non ha alcun senso. Qui l’Italia va salvata evitando una contaminazione etnico culturale criminale che sta arrivando anche con i barconi dei migranti nell’ambito di una strategia geopolitica altrettanto criminale. Il rischio di un fascismo non esiste nel presente, è un fatto storico irripetibile, semmai è da impedire che il mancato controllo della legalità da parte del governo aumenti il livello di esasperazione della gente”.