Il ministro delle politiche europee ieri, Paolo Savona, ha evocato il cigno nero accendendo di nuovo le polemiche sulla presunta uscita dall’euro, innescata magari dall’esterno e non voluta. Oggi, l’informazione italiana, raccoglie il dissenso e le critiche sul quel discorso, che è stato ben più complesso e articolato rispetto a quel passaggio riportato dai più.
Fatto sta che l’allarme è scattato sulle parole “dobbiamo essere pronti a tutto, anche all’uscita dall’euro”. Tanto è bastato per innescare un putiferio. Tra i primi ad attaccare Pier Carlo Padoan deputato Pd ed ex ministro dell’economia, che ai microfoni di Radio Anch’io (Rai Radio1) ha condannato la dichiarazione dell’economista: “Se un ministro di un governo dice che sta pensando a un piano B e che questo implica l’uscita dall’euro, questa è una affermazione che viene vagliata con molta attenzione, dai mercati in primo luogo”.
Alla domanda se queste parole stessero generando preoccupazione nei mercati, l’ex ministro ha fatto osservare che “lo stanno già facendo. Ci sono delle analisi del rischio Italia che mostrano che nei mercati esiste il ‘rischio di ridenominazione’, ossia sui mercati si sconta una possibile situazione in cui l’Italia sia costretta a uscire dall’euro con l’introduzione di una nuova lira”.
Per Padoan il fatto che ci sia un ‘cigno nero’, come dice Savona, cioè un evento imprevedibile e grave, “non implica – però – che si debba pensare come risposta a un’uscita dall’euro. Questa sarebbe una situazione che non è sostenibile”.
Dunque due economisti, completamente di un’opinione differente. Ma alla fine di chi è la colpa se i risparmiatori sono entrati in agitazione? Per Scenari Economici, sito diretto da Antonio Maria Rinaldi e vicino al ministro Savona, si sarebbe trattato di un discorso complesso, ma il principale quotidiano italiano avrebbe estrapolato “53 secondi del discorso complessivo nel quale il Ministro, con un breve excursus, parla della funzione dell’economista come colui che si allena nel gestire non le situazioni ordinarie, ma quelle straordinarie, non in modo teorico, ma in modo efficacie ed effettivo”. Insomma sarebbe l’informazione italiana ad aver favorito gli speculatori e non il Professore.
Facendo un excursus sulla rete, la percezione del “fattaccio” è assai divisa tra colpevolisti e garantisti.
Eccone un assaggio, in fondo, troverete anche il VIDEO del passaggio delle polemiche nel discorso di Savona.
Paolo #Savona dice alcune banali verità (fra cui un paio eclatanti teorie #noeuro tipo “estote parati” e “hic manebimus optime”) e partono gli “ooohhh” scandalizzati dei sepolcri imbiancati.
Ma che la verità crei scandalo non è esattamente una novità…https://t.co/ObddJFfr19 pic.twitter.com/nlGGrN5ayD— Antonio Triolo 🇮🇹 (@triolo_antonio) 10 luglio 2018
#Savona: “Euro? Pronti a tutto. Va riformata la Bce”
Il #BuonSenso al governo è stato detto? https://t.co/wagYljmM5q via @fattoquotidiano
— G.G. (@giangoSGV) 11 luglio 2018
#Savona presenta l’uscita dall’#euro come una scelta a cui potremmo essere costretti da altrui volontà ma in realtà sono le sue stesse parole che facendo schizzare ancora una volta lo #spread alle stelle, rischiano di creare l’incidente. #Mattarella ci aveva visto lungo.
— Antonio Ammendola (@AntonioAmmendo4) 10 luglio 2018
Purgatori, ma uno Stato che ha un Esercito, mica lo fa per andare in guerra, ma si prepara ad andarci se viene attaccato!!! Questo ha detto #Savona. Prepariamo lo Stato a evenienze catastrofiche, se dovessero accadere. E finitela di stravolgere pensieri e parole. #omnibusla7
— Franco Taratufolo (@francotaratufo2) 11 luglio 2018
🍿🍿🍿 \\ Dalle dichiarazioni impeccabili di #Savona è evidente anche ai sassi: 1) perché hanno fatto di tutto per impedirgli di prendere in mano il Ministero dell’Economia e 2) perché invece ci hanno messo #Tria pic.twitter.com/7myAXiUKZH
— Grim (@gr_grim) 10 luglio 2018