“Temevo non ne saremmo usciti vivi”. E’ la straziante testimonianza del medico di Lanciano sopravvissuto alla notte di terrore nella propria villa in campagna presa d’assalto da quattro banditi. L’uomo è stato riempito di calci e di pugni (ha le costole fratturate e il volto tumefatto) perché insisteva nel negare che nella villa ci fosse la cassaforte che i malviventi stavano cercando. Per costringerlo a parlare sono addirittura arrivati a tagliare il lobo di un orecchio alla moglie, mentre non hanno alzato un dito contro il figlio disabile della coppia. Interviene a Lo Speciale la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone.
E’ possibile tracciare un identikit psichiatrico dei malviventi? In presenza di chi ci troviamo veramente?
“Abbiamo a che fare con soggetti che chiaramente godono nel procurare terrore e sofferenze anche atroci alle proprie vittime. Addirittura in questa vicenda la rapina sembra passare in secondo piano rispetto alla volontà e al desiderio di procurare il male alla coppia. L’obiettivo di incassare un ricco bottino con la rapina sembra diventare elemento secondario. La finalità principale appare invece quella di mettere in atto una sorta di ‘arancia meccanica’. Questo ci fa ritenere di avere a che fare con persone che hanno una psicopatologia piuttosto evidente e che sono spinti ad usare la violenza più brutale per esercitare un proprio potere sugli altri. Soggetti del genere direi che sono pericolissimi”.
Il medico pestato a sangue ha rivelato che i malviventi erano vestiti bene e avevano anche delle belle scarpe. Insomma non erano straccioni. Questo che significa?
“Significa che queste persone, quando non sono impegnate con l’attività criminale, hanno interesse a dimostrare di condurre una vita normale. Ma c’è un altro aspetto nel racconto della vittima che è importante evidenziare, ossia il fatto che uno dei rapinatori sapesse gestire la scena del crimine e il rapporto con le vittime in maniera decisa, senza titubanze o timori e con grande determinazione, oltre che in maniera molto violenta. Questo è del resto perfettamente in linea con le caratteristiche di una personalità fortemente psicopatica, capace però di nascondersi molto bene in mezzo a noi, dietro l’apparenza di una persona normale o addirittura rispettabile”.
Hanno tagliato il lobo dell’orecchio alla moglie per costringere l’uomo a rivelare dove fosse la cassaforte, mentre non hanno alzato un dito sul figlio disabile. Anche questo non è strano?
“Questo testimonia alla base un odio e un disprezzo per la donna. E anche questo aspetto purtroppo è perfettamente in linea con la personalità di soggetti psicopatici come quelli con cui abbiamo a che fare in questa vicenda. Infierire su una donna equivale ad accelerare l’esercizio di un potere, nei confronti di una vittima considerata evidentemente più meritevole delle loro attenzioni violente”.
Cosa fare quando ci si trova certe persone in casa? Come agire?
“Non ci sono grandi contributi o consigli da dare. Non sono mai stata disposta ad inneggiare alla violenza diretta, ma temo che in certe situazioni l’unica forma di difesa davvero efficace probabilmente stia proprio nel dotarsi di un’arma da fuoco da utilizzare il prima possibile. A queste persone piace incutere sofferenza, quindi temo non ci sia alcun modo per attenuare il livello di violenza che intendono esercitare. Sono affetti da disturbi psichiatrici e anti sociali, quindi amano fare quello che fanno, ed infliggere dolore al prossimo attraverso ogni forma possibile ed immaginabile. Nessuna tecnica psicologica o di comunicazione può neutralizzare una violenza di questo genere. Nel momento in cui l’obiettivo principale non è un vantaggio di natura patrimoniale ma fare del male, diventa inutile anche per la vittima soddisfare ogni loro richiesta economica”.
Il medico ha però detto che lui non comprerà mai una pistola, perché deve essere lo Stato a difendere i cittadini. Come risponde?
“In linea teorica ha perfettamente ragione e rispetto quello che dice, ma dobbiamo tenere conto del contesto. Purtroppo ci sono stati numerosi fatti di cronaca negli ultimi anni, legati soprattutto alle rapine in villa, con un livello altissimo di esercizio della violenza sulle vittime compreso l’omicidio. Questi episodi ci fanno purtroppo ritenere di non poter aspettare che sia lo Stato ad intervenire prontamente. Penso che i cittadini debbano essere autorizzati a difendersi all’interno delle loro abitazione nella maniera più efficace possibile. Questo mi porta oggi a valutare in maniera positiva, molto più che in passato, la possibilità di estendere i confini entro cui ammettere il ricorso alla legittima difesa”.