Il governo ha nominato il nuovo commissario straordinario alla ricostruzione delle aree del Centro Italia devastate dal terremoto del 2016. Si tratta del marchigiano Piero Farabollini, 58 anni, originario della provincia di Macerata, geologo, docente dell’Università degli studi di Camerino specializzata nello studio dei terremoti e in particolare delle faglie appenniniche, presidente dell’ordine dei geologi delle Marche. Farabollini sarebbe stato indicato come successore di Paola De Micheli dal Movimento 5Stelle, mentre la Lega sembrava puntare sull’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi. Lo Speciale ne ha parlato con il capogruppo del M5S al Senato Stefano Patuanelli. Con lui abbiamo cercato di capire il perché di questa scelta e soprattutto come il governo intenda mettere mano ad un processo di ricostruzione tuttora fermo al palo.
Senatore, perché avete deciso di puntare su Piero Farabollini come commissario per la ricostruzione delle aree terremotate del Centro Italia?
“Innanzitutto perché è un tecnico ed è un profondo conoscitore, in quanto geologo, della materia chiamato ad affrontare. Inoltre vive nelle zone terremotate, conosce molto bene gli effetti prodotti dal sisma, sa perfettamente cosa serve per ricostruire, e soprattutto sa come ricostruire. Inoltre non è un politico, non milita in nessun partito e anche per questo ci è sembrata la persona più idonea a ricoprire questo ruolo, dove servono conoscenze tecniche, competenze ed esperienze”.
Per ora non si sono ancora visti stanziamenti di rilievo in favore della ricostruzione. Trovato il commissario arriveranno anche i soldi?
“Iniziamo con il dire che la ricostruzione non può essere fatta con il criterio dell’uomo solo al comando. Oltre ad aver nominato il commissario, dovremo rafforzare la struttura commissariale e i relativi uffici. Inevitabilmente dal punto di vista economico dovremo rifinanziare tutti gli interventi che sono stati fatti fino ad oggi e che sono stati prorogati fino a dicembre. Nella legge di bilancio naturalmente ci saranno le risorse per rifinanziare, sia la voce riguardante il personale, che tutti quei provvedimenti che servono ad andare incontro alle esigenze dei cittadini, facendo partire effettivamente la ricostruzione”.
Far funzionare gli uffici va bene, ma poi ciò che i cittadini chiedono è di veder concretamente risorgere i paesi distrutti. Anche su questo non pensate di dover dare un segnale di discontinuità come governo del cambiamento?
“Certamente. Ad oggi per una serie di ragioni la ricostruzione non è ancora partita, anche se gli ultimi dati ci dicono che qualcosa finalmente si sta muovendo. Il nostro obiettivo è quello di passare al più presto dalla fase emergenziale a quella della ricostruzione vera e propria. Stiamo lavorando per questo”.
Il nuovo commissario a differenza dei precedenti. Vasco Errani e Paola De Micheli, non è un politico. Non pensa però che in un incarico delicato come questo serva anche avere una visione politica oltre alla giusta competenza tecnica?
“Non sono d’accordo con questa impostazione. Compito del commissario è ricostruire quello che il terremoto ha spazzato via, le dinamiche di tipo politico non devono incidere in nessun modo sul suo lavoro. Badi bene che l’aver scelto una figura esclusivamente tecnica è dettato proprio dall’esigenza di tenere la politica fuori dai processi di ricostruzione. E’ chiaro che anche la politica giocherà il suo ruolo, ma questo avverrà nelle aule parlamentari, non all’interno della struttura commissariale che dovrà essere libera di operare senza condizionamenti di sorta”.
Vuol dire che fino ad oggi i commissari non sono stati liberi da condizionamenti di tipo politico?
“Non sto dicendo questo, assolutamente. Anzi voglio ringraziare la commissaria uscente Paola De Micheli per il lavoro fin qui svolto e soprattutto per la correttezza istituzionale che ha dimostrato in questi mesi nel rapportarsi con il governo. Ma riteniamo che per questo tipo di incarico serva una persona al di fuori della politica, una persona che con le sue divulgazioni scientifiche e i contributi offerti in questi anni in veste di geologo, abbia la giusta visione su come ricostruire e soprattutto su come prevenire”.