Bossetti, parla Meluzzi: “Successo qualcosa di scandaloso, può accadere domani a noi”

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Sulla colpevolezza di Massimo Bossetti, lo psichiatra Alessandro Meluzzi ha sempre mostrato più di una perplessità in ordine alle prove che inchioderebbero il muratore di Mapello alle proprie responsabilità: perplessità che sembrano sussistere ancora oggi, pur in presenza di un verdetto definitivo pronunciato dalla Corte di Cassazione che ha condannato l’uomo all’ergastolo quale assassino di Yara Gambirasio. Meluzzi continua a restare della propria idea e lo conferma in quest’intervista concessa a Lo Speciale.

Bossetti si è dichiarato “prigioniero dello Stato” e ha detto di non credere più nella giustizia. Ha ragione?

“E’ il grido di disperazione dignitoso di un uomo che a mio giudizio è stato condannato molto al di qua, non al di la, di ogni ragionevole dubbio. Un grido di dolore alla luce di un verdetto ormai definitivo che lo condanna all’ergastolo. Ora gli avvocati hanno la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo, ma temo si tratti di un’iniziativa destinata a non avere molto successo. Dico ai colpevolisti: provate ad immaginarvi anche per un solo istante che Bossetti possa essere innocente e provate a calarvi con empatia nel suo stato d”animo. Direi che Bossetti è stato vittima di uno Stato che, in questa vicenda, mi sembra sia stato interessato a trovare un colpevole ad ogni costo. Si poteva benissimo ripetere l’esame del dna per fugare ogni dubbio”.

Pensa sarebbe servito a qualcosa?

“Se è vero che altri laboratori avevano offerto la disponibilità a ripetere l’esame, per quale ragione si è voluto evitare di avere un’ulteriore certezza? Penso che Bossetti abbia ragioni da vendere nel gridare di non essere stato trattato dallo Stato secondo giustizia. Io credo che non si debba lasciare intentata ogni strada per avere la granitica certezza che un imputato sia davvero colpevole, specie quando c’è in ballo una condanna all’ergastolo”.

Bossetti ha detto anche: “Se lo Stato è convinto che sia io il colpevole, la perizia sul dna avrebbe chiarito ogni dubbio in tal senso. Perché l’hanno negata?”. Condivide?

Mi sembra una domanda più che legittima. Poiché la logica è un’etica del pensiero, così come l’etica e la giustizia sono una logica del comportamento, mi pare che ragion logica avrebbe richiesto di ripetere l’esame. Non so sinceramente perché non si sia voluta far fare questa nuova perizia. Lo capiremo dalle motivazioni ma francamente fatico a comprendere una simile decisione”.

Come affronterà il carcere Bossetti? Ha delle risorse da poter sfruttare dietro le sbarre?

“Se è davvero innocente come dice, penso che queste risorse le abbia ancora di più. Quando si è condannati da innocenti c’è inevitabilmente il momento della disperazione, ma poi subentra quello della dignità per chi è consapevole di aver subito una somma ingiustizia. Bossetti ha una moglie e dei figli cui guardare ancora, seppur da una prospettiva molto lontana, quindi credo che salvare la propria immagine, la propria dignità, la propria forza di vittima di una dimensione massimamente ingiusta, possa essere l’elemento capace di dargli l’energia di sopravvivvere”. 

Non lo crede capace di gesti estremi, come purtroppo in altri casi è avvenuto?

Potrebbe accadere, non lo escludo affatto. Infatti credo sarà sottoposto ad un regime di massima vigilanza. Purtroppo ci può essere anche questa eventualità”.

Pensa che resterà in carcere tutta la vita o potrà beneficiare di qualche sconto?

Dipenderà dalla magistratura di sorveglianza e da altri fattori. Vede, il fatto che Bossetti resti o meno in carcere per il resto della sua vita non cambia la sostanza del problema. Il danno è irreparabile, perché a mio giudizio è stata scritta una brutta pagina per la giustizia italiana”.

Però Bossetti ha avuto tre gradi di giudizio, non è che è stato condannato con un processo sommario. Non pensa che se tre corti lo hanno riconosciuto colpevole forse le prove sono effettivamente inoppugnabili?

Guardi, dopo quanto avvenuto penso che nulla sarà più come prima. Chiunque oggi sa che al di là di ogni elemento di non conoscenza, di nessun’altra prova che non sia uno schizzo di dna lasciato da qualche parte, è possibile far condannare un soggetto per omicidio. Chiunque quindi potrà prelevare un campione di dna da un bicchere di un bar o da un mozzicone di sigaretta, uccidere una persona, lasciare quel campione che ha depositato, e sapere che il titolare di quel dna sarà condannato pur essendo un perfetto sconosciuto. Tenga conto che con un semplice tamponcino è possibile prelevare da una tazzina di caffè, da un bicchiere di coca cola, da un fazzoletto, da una sigaretta, un abbondante campione di dna. Questo potrà poi essere trasferito e portato in qualsiasi luogo. Se il dna diventa l’unico elemento per stabilire che un soggetto è l’assassino, allora penso che chiunque di noi potrebbe trovarsi ad essere un potenziale Massimo Bossetti”. 

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