L’anniversario è in sordina. Non dimenticate Pamela e di fare giustizia

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Gli italiani non la dimenticano, ma ora tocca alla giustizia non dimenticare. E alle istituzioni che dovrebbero unirsi di fronte alla crudeltà subita da questa giovane adolescente indifesa. E invece… l’anniversario è in sordina.

Noi però non dimentichiamo che Pamela era una ragazza che voleva uscire dal suo disagio e a cui la società, che dà un’opportunità a tutti, avrebbe dovuto rispondere in tutt’altra maniera. Invece la mancanza di sicurezza, l’abbandono dei deboli, l’assenza di controllo, l’ha consegnata dritta dritta ai suoi aguzzini.

“La droga è soltanto buio. Ma ora basta, sono felice”, scriveva nel suo diario questa piccola vittima finita nelle mani di mostri.

Lo zio, l’avvocato Verni, che ora difende la sua memoria e chiede la verità con le unghie e con i denti, ha sempre detto che “Pamela non era una tossica, era una persona positiva, intenzionata a uscire da un giro che lei per prima considerava maledetto. Voleva diventare una criminologa. Aiutare gli altri. Far vincere il bene sul male. Stava mettendo giù appunti per ricordare ai giovani schiavi della droga che eroina e spacciatori sono solo buio e che invece bisogna combattere per rivedere la luce”.

Una ragazza pulita e fragile, così va ricordata. Il male era tutto fuori, e lo ha incontrato per strada.

Eppure…

Domani non ci sarà nulla. L’amministrazione comunale non organizzerà nessun evento correlato alla data. Credo che questo debba essere il compito della comunità rispetto al ricordo di Pamela” sarebbero state le parole pronunciate dal primo cittadino in un’intervista rilasciata ad “Adnkronos”, riportate da “Il secolo d’Italia” e su cui sono poi sorte polemiche. La verità parlerà da sola.

Ma intanto, a chi vuole far dimenticare la tragedia, ricordiamo le parole della vigilessa: “In quei trolley ho visto l’orrore. Mi sono sentita svenire. Pamela poteva essere una figlia, una nipote”.

Ecco, Pamela è tutti noi.

 

 

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