Oggi è la Giornata contro la violenza sulle donne. Una giornata che non esisterebbe, se ci fosse la cultura. ‘Se pensi all’anno prossimo semina il granturco. Se pensi ai prossimi 10 anni pianta un albero. Se pensi ai prossimi 100 anni istruisci le persone’ diceva Zygmunt Bauman. Da un lato ci sono gli uomini, dall’altro i mezzi uomini e non dipende solo dalla forza fisica, ma anche da quella emotiva, dalla formazione che hanno. Occorre istruire l’umanità per respingere al mittente l’odio, qualunque forma questo prenda.
Se è facile rintracciare e constatare la violenza fisica, si portano i lividi a pelle, difficile è capire quando si è di fronte alla “violenza psicologica” che non è altro che una serie di atteggiamenti e discorsi volti direttamente a denigrare e distruggere l’altra persona. E l’ambito in cui crescono queste dinamiche è quesi sempre familiare. Manipolatori che crescono futuri manipolatori. Purtroppo la svalutazione del termine violenza si paga a caro prezzo nel mondo femminile (ma non solo).
Spesso tra una donna che ha subito determinate situazioni e una donna che fortunatamente non ne ha provate c’è un abisso fatto anche di problemi sminuiti, di umiliazioni, di pregiudizi. Questa violenza orizzontale non è meno pesante di quella verticale. Fortunata è chi non incrocia nel proprio cammino persone manipolatrici o magari semplicemente le ha vicine e non ne è completamente consapevole. Eppure tutto il mondo dell’informazione, ma anche amici e amiche soprattutto, non vogliono guardare in faccia questa realtà. E quando si giustifica un atteggiamento del genere, si è complici di lui e non amiche dell’amica.
Se io so che un una persona ha abusato di una persona a me cara dovrei provare quel dolore profondo non solo se vedo i segni delle sue botte fisiche, ma anche psichiche. Dovrebbe essere come se io avessi ricevuto lo stesso colpo. Non sempre si viene uccise, ma comunque sempre si può uccidere l’anima e la struttura psicologia della vittima, tant’è che da poco è stato riconosciuto proprio nei manuali di psichiatria e psicologia clinica il “trauma da narcisista” e le vittime hanno bisogno di essere riabilitate psicologicamente. Il problema si estende quando chi vi è accanto pensa: ‘Chi è causa del suo mal pianga se stessa’. Dunque c’è anche il dramma di chi azzarderà critiche e procederà ad ulteriori abbandoni. Certo è che nessuno può fare, decidere e chiudere al posto di un altro. E negli altri non c’è sempre una soluzione, perché ognuno ha la propria vita e il proprio cammino da percorrere.
Anche qui la soluzione è semplicemente una, allontanarsi dalle persone che vi fanno male, e quando vi dicono “è per il tuo bene” stanno parlando del loro bene, sempre. Che si tratti di uomini o donne non importa, figurarsi se di tratta di falsi amici.