Contro la pandemia una soluzione o un unguento? Dal sangue del personale sanitario di Bergamo è in arrivo un anticorpo, oltre al vaccino c’è di più. E guarda caso “l’epicentro” è sempre l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, punto di partenza della pandemia e punto d’arrivo della stessa, che sta pensando ad arginare la malattia con una nuova cura.
Ma di che si tratta? Questo anticorpo è stato studiato a partire dai campioni di sangue di medici ed infermieri risultati positivi alla malattia che hanno avuto risposte diverse dal punto di vista immunitario: dunque, è stato necessario isolare e prendere in considerazione quegli anticorpi che hanno avuto una risposta migliore. A seguito dell’isolamento di vari campioni ne sono stati trovati sei in grado di bloccare la penetrazione del virus nelle cellule.
La ricerca elaborata congiuntamente dal “Laboratorio di Biotecnologia centro polifunzionale Labio 4.0 Marino Golinelli di Pomezia” e dal “Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata”, pubblicata sulla rivista specializzata “Molecular Therapy” sembrerebbe dare la risposta definitiva per la tanto ambita immunità collettiva o immunità di gregge che dir si voglia.
Ma la vera novità proposta da questa ricerca sta nel fatto che non sarà necessaria alcuna iniezione, l’anticorpo potrà essere inalato come il classico aerosol. Risulterebbe sicuramente un’alternativa più semplice e meno invasiva del vaccino, ma la strada è chiaramente ancora da percorrere. La sperimentazione sarà effettuata nei prossimi mesi, ma non vi è ancora alcuna certezza in merito alla disponibilità immediata per la popolazione.
Ora non ci resta che rimanere spettatori di questa scoperta, che potrebbe cambiare radicalmente le nostre vite ed il rapporto con la pandemia. La percezione del Coronavirus come una semplice influenza stagionale è ormai sempre più vicina.
di Maria Ioana Tarnita