Il premier Mario Draghi si dice ottimista dopo aver ottenuto dal Consiglio europeo un’apertura sul meccanismo del ‘price cap’ ovvero l’imposizione di un tetto al prezzo del gas. La misura porterebbe a calmierare le tariffe dell’energia, dal momento che queste ultime sono influenzate dal prezzo del gas applicato ai fornitori di corrente. Un cavallo di battaglia per Draghi che si dice soddisfatto di aver trovato ascolto dalla Ue. Misura però che non convince più di tanto l’europarlamentare della Lega ed economista Antonio Maria Rinaldi che abbiamo intervistato.
Cosa non la convince del price cap?
“Al momento c’è soltanto la disponibilità dell’Europa ad intraprendere un percorso, nulla di più, quindi siamo di fronte ad una proposta che ci si è limitati a valutare. Non è quindi detto che poi sarà approvata. Ci saranno dei tavoli tecnici che dovranno esaminare la questione ed approfondirne tutti gli aspetti. Non canterei vittoria prima del tempo. Ciò premesso, bisognerà poi vedere come il tutto sarà eventualmente realizzato. Da quel poco che si evince in base ai comunicati diffusi, sarà messo in piedi un meccanismo che consentirà ai paesi dell’Unione Europea di intervenire sul mercato qualora i prezzi del gas dovessero diventare esorbitanti. E come? Vendendo il gas che ogni Paese possiede per calmierare i prezzi. E qui scatta la trappola”.
Ossia?
“Per vendere il gas bisogna fare ricorso alle scorte di cui ognuno dispone. I paesi della Ue, in funzione delle proprie capacità tecniche, stanno infatti aumentando le scorte e l’Italia ha una capacità di stoccaggio superiore a quella degli altri. Se si arriverà quindi ad un accordo sul tetto del prezzo cosa accadrà? Non è che poi l’Italia sarà chiamata a versare la quota di gas più alta per calmierare i prezzi riducendo le proprie scorte? Quindi penso che sia necessario vigilare su come questo meccanismo sarà poi tecnicamente attuato, perché rischiamo di danneggiarci comunque”.
Le sanzioni che la Ue continua ad imporre alla Russia stanno producendo risultati oppure sono soltanto un fuoco di paglia?
“Dalle risoluzioni approvate negli ultimi consigli si evince che questo famoso embargo del petrolio via mare avverrà non prima di otto mesi, e in questo lasso di tempo potrà avvenire di tutto. Una cosa è però certa: nell’ambito dei 27 paesi che compongono la Ue c’è una diversa sensibilità nei confronti dell’approvvigionamento di petrolio e di gas russo. Non tutti hanno la stessa dipendenza energetica dalla Russia. Anche per ciò che riguarda le sanzioni già applicate ci sono Stati più esposti rispetto ad altri, con le aziende italiane per esempio che sono molto compromesse avendo conquistato ormai da molti anni il mercato russo. Quindi dopo due anni di pandemia e con le bollette energetiche alle stelle, imporre le sanzioni significa condannare queste aziende al collasso. Purtroppo non c’è stata nessuna attenzione per ciò che riguarda la caduta dei fatturati aziendali. Capisco che imporre le sanzioni è una scelta politica, ma poi è necessario monitorare anche le conseguenze su chi in Europa le subisce, e si trova poi a dover mandare a casa le persone”.
Che inverno ci attende dal punto di vista energetico? Sarà davvero così nero come lo descrivono?
“Non voglio fare la parte del profeta di sventure, ma il prezzo della bolletta energetica che stiamo pagando oggi è collegata ai prezzi degli acquisti dei mesi passati, quindi l’onda lunga degli effetti delle sanzioni l’avvertiremo soltanto nel prossimo autunno-inverno”.
Quindi è vero che le sanzioni si ritorceranno contro di noi?
“Paradossalmente in questo momento stiamo aiutando il rublo, visto che i russi stanno soltanto esportando i loro prodotti rafforzando la loro moneta. E’ chiaro che poi le sanzioni creano loro altri problemi, ma al momento sono avvantaggiati. Io credo che i conti vadano fatti molto bene, perché alla fine queste sanzioni, al di là dei proclami mediatici, stanno facendo molti più danni alle imprese europee e a quelle italiane in particolare”.
Ha ragione quindi chi come Orban si oppone?
“Tutti se la prendono con il premier ungherese che invece sta portando avanti una battaglia giusta. E’ ovvio che lui punta a fare gli interessi del suo Paese, dal momento che l’Ungheria non è bagnata dai mari e deve quindi tutelare il trasporto del petrolio via terra che rischia di essere gravemente compromesso con l’embargo. Ma Orban sta portando avanti soprattutto una battaglia politica. Si accusa l’Ungheria di bloccare tutto a causa del principio dell’unanimità delle decisioni che molti vorrebbero superare. Ma questo sarebbe a mio giudizio molto pericoloso. Intanto per superare il principio dell’unanimità servirebbe un voto unanime e questo è già un paradosso. Ma nel momento in cui si arrivasse a togliere il principio dell’unanimità voluto dai padri fondatori, ci troveremmo soggetti ai cosiddetti patti di blocco fra gruppi di Paesi contro altri. E’ questo che vogliamo? Certo, la Germania avrebbe tutto da guadagnare, perché facendo blocco con gli Stati satelliti riuscirebbe facilmente ad imporre le sue decisioni, ma lo farebbe a danno degli altri. L’unanimità è l’ultimo baluardo delle sovranità nazionali”.
Salvini è nell’occhio del ciclone per la storia del viaggio a Mosca. Come risponde a chi vi accusa di essere ambigui e sotto sotto di non aver reciso il cordone ombelicale con il putinismo?
“La Lega, così come la stragrande maggioranza degli italiani desidera la pace, perché non possiamo continuare a vedere la gente ammazzata per la strada, donne, bambini e anziani, vittime di un conflitto tanto cruento. A ciò si aggiunge l’aspetto economico che è altrettanto allarmante. Quindi qualsiasi sforzo possa portare alla pace per noi è benvenuto. Salvini sarebbe andato a Mosca per colloquiare, senza alcun mandato da parte del governo, soltanto con l’intenzione di provare a piantare un paletto per far cessare le ostilità. Evidentemente tutti quelli che fino a ieri sventolavano le bandiere arcobaleno con su scritto la parola pace, oggi hanno cambiato idea. Abbiamo scoperto che esiste una pace di serie A ed un’altra di serie B. Quella che propone la Lega evidentemente è considerata di serie B”.