Adesso diranno che Laura Pausini è di destra, e che la sua musica è goffamente e mediocremente nazional-popolare (definizione dispregiativa). La stessa accusa che il mainstream dello spettacolo, tutto orientato a sinistra, nella nostra storia, nemmeno recente, ha rivolto a cantanti, artisti, attori non militanti, non ufficialmente schierati, come Lucio Battisti.
Intere carriere sono finite, o mai cominciate o spezzate sul nascere, proprio per tale ragione. Per tale censura, in primis psicologica, poi sociale e professionale.
E non è un caso che la stessa cantante romagnola ha dovuto fare un tweet in cui ha ribadito la sua distanza nei confronti del fascismo, ma almeno ha ribadito che non intende cantare a forza e a comando, specialmente, come nel suo caso, quando a imporglielo “simpaticamente” sono conduttori di trasmissioni molto seguite.
Un rifiuto che è andato oltre la Spagna ed è entrato direttamente nella nostra campagna elettorale.
Il tema riguarda Bella Ciao. Ma chiediamoci: è un motivo comunista?
Il dibattito è aperto. La sua origine è incerta. Alcuni storici della canzone italiana hanno identificato nella musica e nel testo, influenze dei canti di lavoro delle mondine, altri, la fanno risalire al Cinquecento francese, altri ancora vedono nelle sue melodie addirittura delle influenze Yiddish.
La vulgata generale ci dice che si tratta di un canto popolare italiano dedicato alla Resistenza italiana contro l’esercito nazista.
Facendo la sintesi di tali studi e spunti, la cosa che possiamo dire è che non è una canzone comunista. Al massimo partigiana, patrimonio di tutta la Resistenza che come noto, non era composta unicamente dal Pci, ma da Giustizia e Libertà, dai socialisti, i liberali, i cattolici, i monarchici. Quindi, non solo i comunisti hanno tentato di egemonizzare la Resistenza, ma hanno anche strumentalizzato una canzone non di loro proprietà.
E su questa canzone il mainstream dà patenti di legittimità democratica a destra e manca.
Se uno non la canta è automaticamente contro la libertà e la democrazia, ergo è fascista, amico della Meloni, di Salvini e attualmente, di Putin.
Se non indossa il braccialetto arcobaleno a Sanremo è automaticamente un omofobo, un medioevale contrario ai diritti civili, Lgbt etc.
Fecero bene allora i Pooh a non indossarlo. E ha fatto bene la Pausini a non cantare.