Un’interrogazione parlamentare per chiedere se Giuseppe Conte sia andato a trascorrere le vacanze natalizie a Cortina con la scorta e, in tal caso, quanti soldi pubblici siano stati spesi dalle forze dell’ordine. L’ha presentata il Terzo Polo, con Renzi che ha già pubblicato il costo delle sue vacanze sfidando il leader 5Stelle a fare altrettanto. Non si placa dunque la polemica scoppiata intorno all’ex premier, accusato di “ipocrisia” per aver trascorso le vacanze natalizie nel più lussuoso hotel di Cortina, lui che si batte per il reddito di cittadinanza e visita le mense dei poveri. E’ credibile un leader politico che si comporta così? O alla fine la vera ipocrisia sta in chi lo accusa? Ne abbiamo parlato con lo scrittore Fulvio Abbate, che da uomo di sinistra sa perfettamente dirci se il comportamento del capo 5Stelle è compatibile o meno con lo stile che un vero leader della sinistra dovrebbe possedere.
Cosa pensa della polemica che ha investito Conte? Un leader che si proclama paladino dei diritti degli ultimi, è credibile se poi va a pernottare le vacanze in un albergo extra lusso ?
“Ho letto fra le tante cose uscite in questi giorni che Giuseppe Conte avrebbe goduto di un corposo sconto grazie alla sua attuale compagna, il cui padre possiede l’Hotel Plaza. Se è vero questo è già un primo elemento che dovrebbe far riflettere, perché ognuno di noi in nome della democrazia, dovrebbe avere diritto a questo corposo sconto che in realtà non riceve. Poi c’è un secondo aspetto da considerare, ossia che le classi dirigenti politiche e giornalistiche, devono necessariamente ritrovarsi l’inverno a Cortina e l’estate a Capri”.
A maggior ragione Conte non ci sarebbe dovuto andare, non trova?
“Se non ci fosse andato si sarebbe probabilmente sentito menomato, un leader di livello inferiore. Avrebbe avuto la percezione di non essere Giuseppe Conte, ovvero il leader di un movimento che si chiama 5Stelle e che ormai è totalmente nelle sue mani, visto che non c’è più traccia del fondatore, ovvero di Beppe Grillo. Geneticamente Conte è però più assimilabile a San Giovanni Rotondo e alla nuova chiesa che accoglie le spoglie di Padre Pio che non all’hotel di Cortina. Nel suo dna la sinistra è assente, quindi non gli si può imputare nulla alla fine. Non dimentichiamo mai che lui politicamente arriva dal nulla, ad un certo punto è stato sorteggiato come segnapunti del governo 5Stelle un po’ come nel gioco del Monopoli. Signore distinto, ottimo per indossare i vestiti di Davide Cenci, ma lui e la sinistra sono due corpi estranei”.
Sta dicendo in sostanza che la vacanza a Cortina è stata quasi simbolica, per far vedere che anche lui alla fine è un vero leader?
“E’ così, e non dimentichi che in quei giorni sempre a Cortina ci stava pure Enrico Mentana a spasso con il cane, tanto per dimostrare di essere una voce importante del giornalismo italiano. Si possono visitare tutte le mense dei poveri che si vuole, ma poi si si vuole essere leader politici non si può non essere presenti a Cortina”.
Quindi se Conte non può essere un leader di sinistra, alla fine non gli si può addebitare alcuna incoerenza se va negli hotel a 5 stelle, giusto?
“Non può essere di sinistra per storia e per cultura, la tradizione di sinistra non gli appartiene e mai gli apparterrà, sta soltanto cavalcando la tigre di una possibile sinistra. E’ ovvio che davanti al Partito Democratico, che non è una forza di sinistra ma vorrebbe raccogliere l’elettorato di sinistra, anche Conte rischia paradossalmente di apparire di sinistra. Basti vedere quello che sta andando in scena in questi giorni nel Pd, con un congresso praticamente invisibile. Il punto di forza di Conte sta in quello che io definisco ‘il buono pasto’ offerto dal reddito di cittadinanza e che comunque risponde ad un bisogno effettivo, di fronte al disagio sociale che esiste e all’impoverimento del Paese. Direi che per Conte il reddito di cittadinanza è un po’ come l’assegno della lotteria, quello che si vince in America quando al fortunato viene consegnata una gigantografia dell’assegno che poi riceverà. Ma ripeto, lui è altro rispetto alla sinistra, sotto ogni punto di vista”.
Ma come dovrebbe essere a questo punto un vero leader di sinistra?
“Ritengo che la figura più rispettabile oggi sul mercato politico sia Pierluigi Bersani, per onestà intellettuale. La vera domanda però sta nel cosa dovrebbe fare la sinistra. Dovrebbe garantire case, scuole, ospedali, diritti civili e anche case di riposo degne di questo nome, visto che la popolazione sta tragicamente invecchiando. E dovrebbe dimostrare di essere oggettivamente antifascista andando per esempio a colpire i simboli identitari della destra come il giorno della bandiera, e opponendosi con forza a proposte per me inconcepibili come quella di far precedere tutti i giorni le lezioni nelle scuole dal saluto alla bandiera. Ci manca soltanto da proporre il salto nel cerchio di fuoco e poi siamo a posto”.
Tornando a Conte, quello vero sta a Cortina o nelle mense con i poveri?
“Conte sa essere il leader di un partito che ha a cuore il disagio sociale e contemporaneamente sa essere anche un borghese di provincia che inevitabilmente deve mostrarsi a Cortina per non sentirsi sminuito. Alla fine può essere uno, nessuno e centomila per citare Pirandello. In fondo a pensarci bene anche lui, come gli altri politici 5Stelle, è il prodotto di un casting dove alla fine è risultato il più adatto per essere messo a capo di un governo, quello che aveva la faccia più idonea, quella che Alberto Moravia avrebbe definito ‘faccia da lametta’, adatta per comparire sui manifesti da affiggere nelle barberie per pubblicizzare il taglio dei capelli o della barba. Spesso discuto con il mio amico Domenico De Masi che vuole convincermi che Conte è un leader. Io in amicizia gli rispondo sempre: ‘Caro Mimmo, non me pare'”.
Però alla fine, onestamente, non piacerebbe a tutti stare al posto di Conte e poter soggiornare in un lussuoso albergo dove si può avere di tutto e di più? Chi denuncia l’ipocrisia, non dimostra in realtà soltanto invidia sociale?
“Certo, tutti vorremmo viaggiare in prima classe, del resto il divario sociale si è sempre misurato fra quelli che hanno la tessera del club Freccia Alata e quelli che devono stare in fila. E tutti vorrebbero stare nel Freccia Alata, mi pare ovvio. Conte comunque non è Enrico Berlinguer e ancora meno può essere Lev Trotsky, chi pensa questo è fuori dalla realtà”.