Germania invia Leopard all’Ucraina. Becchi: “Adesso può accadere di tutto”

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“Siamo in guerra, ora invieremo i mezzi, poi passeremo ad inviare uomini e alla fine ci ritroveremo nel pieno di una guerra nucleare che colpirà soprattutto l’Europa. Stiamo giocando con il fuoco”.

Lancia l’allarme il filosofo Paolo Becchi dopo che la Germania ha ceduto alle pressioni degli Stati Uniti e della Nato e invierà in Ucraina i carri armati Leopard.  “Forniremo all’Ucraina i carri armati Leopard. Questa decisione è in linea con la nostra ben nota posizione di sostenere l’Ucraina al meglio delle nostre capacità. Stiamo agendo in stretto coordinamento internazionale”, ha detto il cancelliere Olaf Scholz, in un primo tempo scettico sull’invio dei mezzi.

Gli Stati Uniti invieranno invece 31 carri armati Abrams, come ha annunciato il presidente Joe Biden. Sono “i carri armati più potenti al mondo e la loro fornitura rafforzerà la capacità di Kiev di difendere il suo territorio e le permetterà di raggiungere i suoi obiettivi strategici” ha detto il presidente Usa.

Il nostro ministro della Difesa Guido Crosetto annuncia che è pronto il sesto decreto sugli aiuti militari all’Ucraina e l’Italia contribuirà inviando lo scudo missilistico terra-aria Samp-T, oltre probabilmente ai missili Aspide di vecchia generazione che il nostro Paese  non usa più.

“Forse non ci rendiamo conto fino in fondo di ciò che sta avvenendo – è l’allarme di Becchi – non siamo più dentro un’operazione militare speciale, ma in una guerra vera e propria che è l’Occidente a volere. In fondo Putin era partito soltanto per recuperare una parte di territorio ucraino di etnia russa e per salvare le popolazioni del Donbass dai massacri compiuti dalle forze nazionaliste di Kiev. Del resto è stata la stessa ex cancelliera tedesca Angela Merkel a dichiarare che gli accordi di Minsk, che avrebbero dovuto mettere fine alla guerra del Donbass, non sono stati mai rispettati perché servivano soltanto a tenere buona la Russia in attesa di armare adeguatamente l’Ucraina. Ora la Germania ha deciso di inviare i Leopard, dopo che Scholz in un primo tempo si era detto contrario, e questo dimostra che si vuole andare avanti con la guerra fino in fondo contro la Russia”.

Becchi vede ormai inevitabile lo scoppio della terza guerra mondiale, visto che con le ultime decisioni assunte dall’Occidente sembrano ormai destinate a svanire le già residue possibilità di un negoziato: “La Russia ha iniziato questa operazione militare speciale illudendosi di chiuderla rapidamente – aggiunge – senza immaginare che l’Occidente non stava aspettando altro. Questo è stato sicuramente un errore di Putin, anche se non aveva molte scelte. di fronte a ciò che avveniva in Donbass. Ma questa è diventata ormai una guerra degli Stati Uniti e della Nato contro la Russia. Gli americani pensavano che dopo il crollo dell’Unione Sovietica, al mondo ci sarebbero rimasti soltanto loro a dirigere i giochi. Non vogliono un mondo multipolare e la Russia per questo deve essere annientata. Il problema è che non ci limiteremo a mandare soltanto le armi, ma presto invieremo anche i soldati, perché in Ucraina non ci sono abbastanza uomini per combattere, visto il numero elevatissimo di perdite umane che hanno avuto. A chi faranno guidare i carri armati? Ai bambini?”.

Il filosofo non ha dubbi, l’errore lo sta commettendo l’Europa nel farsi trascinare in un conflitto che è solo ed unicamente degli Usa contro la Russia. “Gli americani ci stanno trascinando in una guerra dagli esiti pericolosi sfruttando la nostra appartenenza alla Nato che si configura sempre di più come un’alleanza utile agli Stati Uniti per governare gli europei . Tutte le guerre si sa come iniziano ma non come sviluppano – avverte Becchi – ma una cosa è certa: questa è la fine dell’Unione Europea, che ha dimostrato di non esistere né a livello politico, né tantomeno geo-politico. Gli europei nella Nato sono come marionette nelle mani degli americani. Basta vedere la vicenda delle sanzioni, abbiamo fatto ciò che gli Usa hanno voluto e ci abbiamo rimesso noi, la nostra economia. Spero di sbagliarmi, ma temo che arrivati a questo punto la Russia possa prendere in considerazione a scopo preventivo anche l’opzione nucleare”.

Insomma, il rischio del conflitto nucleare si sta materializzando, mentre sembra che nessuno sia più interessato a favorire l’azione diplomatica. Come se ormai non ci sia altra via d’uscita che la guerra, che ancora una volta andrà a colpire l’Europa. “Se ci sarà un intervento diretto della Nato in territorio russo – è l’opinione di Becchi- temo che la Russia per difendere la propria integrità territoriale e sopravvivenza si trovi costretta a ricorrere alle armi nucleari. Armi che in verità sono già puntate sulle capitali europee, basta spingere un pulsante e poi non si potrà tornare indietro. Perché a quel punto la rapidità dell’azione diventerà essenziale per impedire all’avversario di rispondere. Stiamo combattendo contro una realtà, la Federazione Russa, che possiede questi armamenti e che sentendosi minacciata reagirà in tutti i modi. Forse non ce ne stiamo rendendo conto. Siamo noi europei a stare sull’orlo dell’abisso e invece di tirarci fuori applaudiamo Zelensky che andrà al Festival di Sanremo”.

C’è solo da augurarsi che ci si fermi sempre un passo prima, ma viste le mosse di queste ultime ore la sensazione è che si stia facendo di tutto per accelerare la resa dei conti finale.

 

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