E’ quasi tutto pronto per Sanremo 2023, atteso come il Festival del politically correct.
Già lo scorso anno, sul palco dell’Ariston abbiamo visto più forte che mai una presa di posizione sul tema, grazie ad artisti, conduttori e ospiti presenti quest’anno a Sanremo.
Al prossimo Festival della musica italiana è previsto un team tutto al femminile. Le stesse co-condutitrici, pronte ad affiancare il presentatore ufficiale Amadeus, sono state spesso protagoniste del politically correct, ovvero Chiara Ferragni, Francesca Fagnani, Chiara Francini e Paola Enogu e, probabilmente, il tema è atteso con loro sul palco di Sanremo.
Sui social c’è già chi, ovviamente, ha impugnato il coltello ed ha polemizzato la presenza di alcune di loro. Egonu è stata criticata come icona del politicamente corretto. Probabilmente in parte lo è: oggi infatti l’inclusività passa ancora – purtroppo – per le quote, siano esse pink, black oppure arcobaleno. Tuttavia la presenza di Egonu ha il sapore di un riscatto esistenziale, in seguito alle innumerevoli e ennesime polemiche sul colore della sua pelle, le quali l’avevano esasperata al punto da spingerla a prendersi una pausa dalla pallavolo.
Ma il politically correct è portato avanti anche dagli stessi cantanti in gara.
Mengoni è tra gli artisti più amati, paladino dell’ambiente e dei diritti civili tanto che nella sua ultima canzone “Proibito” ha parlato d’amore tra due uomini ma, come ha detto lo stesso cantante: “potrebbero essere anche due donne o un uomo e una donna. Perché l’amore è universale”.
Inoltre, sul palco di Sanremo è attesa anche la cantante Elodie, madrina ufficiale del Roma Pride 2022 e infine Arianna Del Giaccio, conosciuta come Ariete. La cantante si è imposta nel panorama musicale italiano con una voce piena di coraggio come i testi delle sue canzoni, senza filtri e si è dichiarata pronta a innalzare la bandiera della lgtbq+, a sconfiggere i pregiudizi e ad abbattere le barriere delle etichette e delle polemiche.
Insomma, il conto alla rovescia per Sanremo 2023 è iniziato, come anche le aspettative per l’evento, ma sarà l’inno del politicamente corretto o scorretto?