Sanremo. Il circo politicamente corretto anti-Meloni è il nuovo sweet- fascism

3 minuti di lettura

Abbiamo dormito finora e ci siamo svegliati col “fascismo al potere”. Ma un fascismo di segno diverso rispetto a quel determinato periodo storico, a quella dottrina, a Benito Mussolini, alle sue vicende, la guerra, la sua fine.

Un “sweet-fascism” mascherato di libertà, di “pensarti libera”, di “essere ciò che senti di essere”, di fare ciò che vuoi, di pretendere che ogni desiderio sia un diritto. E guai se non condividi, sei fuori.
Se ci fosse stato il vero fascismo, Fedez non avrebbe parlato come ha fatto a Sanremo, l’apertura del Festival non sarebbe stata affidata a due immagini simbolo della sinistra canterina e cinematografica (Morandi e Benigni). L’atleta Paola Egonu non avrebbe dato vita al solito piagnisteo sul colore della sua pelle.

Blanco, visibilmente alterato (una postura che evidentemente ritiene acquisita e che condivide con tanti suoi colleghi), non avrebbe divelto, sfasciato il palco e distrutto i fiori, solo perché non aveva il ritorno in cassa e solo perché “è fragile”, e “liberandosi, si è sentito di essere sé stesso”.
Che bel messaggio, a spese del contribuente, da dare agli italiani e ai giovani: gli artisti o presunti tali, possono fare ciò che vogliono, violare le leggi, essere violenti, non rispettare i luoghi pubblici e il pubblico, proprio nel momento in cui i giovani massacrano di botte i passanti unicamente per sfogo, prendono a pistolettate i professori in classe e vengono giustificati da sociologi liberal da salotto (“è colpa del lockdown”), e da genitori totalmente anti-pedagogici, infantili ed eterni sindacalisti dei figli.

Per non parlare della Ferragni, vestita (anzi spogliata) da mummia anoressica in vita, che da quando esiste parla solo di sé, spiega come essere sé stesse, e scrive una lettera a sé stessa bambina. Anche lei “libera e liberata”.

Siamo al trionfo delle pulsioni dell’io. Ma che donne moderne sono? Essere sé stesse, usando liberamente il loro corpo, significa per caso seguire l’istinto? Uccidere un bambino innocente con l’aborto, metterlo obbligatoriamente al mondo con l’utero in affitto (il corpo degli altri), preferire gli animali, a metà tra divinità e cartoni animati, alle persone?
Mi dispiace, la libertà personale va collegata alla responsabilità, alle regole, al gusto e allo stile. E a valori superiori all’ego, parola anacronistica.

Ma ripeto, ai sedicenti cantanti, alle influencer di moda (il comico Angelo Duro che si mette in mutande), è concesso tutto, e continuano ad educare la gente, specialmente i giovani.
Stra-parlare di Sanremo è giusto e sbagliato insieme. Giusto, perché bisogna tenere alta l’attenzione rispetto a messaggi che vengono dati e imposti come normali, scontati; sbagliato, perché a cominciare da Salvini, si fa pubblicità ad Amadeus, che ha studiato un colpo al giorno per tenere alta l’audience e il suo impero personale.

Sanremo da tempo non è più il centro della canzone italiana, ma da autobiografia della nazione è diventato il circo del politicamente corretto.
Nemmeno più del pensiero unico, con la sua pericolosa dignità, ma proprio un circo. Con cantanti ridicoli che incarnano un gender, una fluidità da quattro soldi (aridatece David Bowie), dichiarazioni apocalittiche, messaggi sentimentaloidi all’americana (dopo “tutto andrà bene”, “fai la cosa giusta”, “torniamo a casa”, ci sta bene “pensati libera”).

Ciò che rattrista è che pure le istituzioni si sono fatte coinvolgere. Se uniamo l’omaggio bulgaro al presidente Mattarella, il sermone di Benigni sulla Costituzione, un altro esempio di ideologismo sinistro (nessuno ha ricordato che questa libertà è stata totalmente cancellata nel nome dello Stato etico-sanitario, della religiosa campagna vaccinista e ora si appresta a tornare nelle vesti dello Stato etico green), e l’omelia di Fedez, che preferisce l’aborto al vice-ministro “vestito per gioco da nazista” Bignami, il risultato è chiaro: la sinistra, perdente su tutti i fronti, attacca la Meloni, attraverso Sanremo.

Le resta solo questo. Il messaggio subliminale è che Palazzo Chigi è dentro il fascismo, dentro una cultura e una politica reazionaria, omofoba, autoritaria, xenofoba, antidemocratica.
Ma c’è un ma: se il Festival fa 10 milioni di ascolto, vuol dire che gli altri non lo guardano. E visto che gli italiani sono 60milioni, vuoi vedere che sono proprio quelli che votano centro-destra?
E se c’è qualcuno o anche parecchi di centro-destra, che nonostante il clima e il vero nuovo fascismo, lo guardano, sicuramente lo guardano come si guarda un circo. A partire da chi scrive.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

Basket: Maglia Bryant 2007-08 venduta all’asta per 5,5 milioni di euro

Articolo successivo

HYUNDAI CAPITAL FRANCE (HCF), CELEBRATED ITS ONE YEAR ANNIVERSARY IN THE MONTH OF JANUARY

0  0,00