Rai. La lesa maestà sinistra (da Fazio all’Annunziata), tra superiorità morale e la Francini

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Fabio Fazio che fa il signore, evitando di parlare male dell’azienda per cui ha lavorato tanti decenni, lasciando dire agli altri (come da prassi con i suoi ospiti) ciò che pensa veramente o annuendo alle battute della sodale Luciana Littizzetto.

Altri sinistri mugugnano, bofonchiano, sbattono la porta. In realtà, sono solo diversi modi di protestare.
Si tratta sempre di “lesa maestà sinistra”, quello che invece è normale e democratico spoil system. Evidentemente i diretti interessati pensavano e pensano di rappresentare per diritto divino l’informazione, il commento, l’intrattenimento, tutto lo scibile. Quindi, non solo considerano un golpe, un’occupazione di potere, un’epurazione, l’azione di ricambio interno alla Rai da parte del nuovo Cda, espressione dei mutati indirizzi politici e frutto di un logico, legittimo, fisiologico riequilibrio dei rapporti di forza a favore della destra, ma evitano perfino il dialogo, la mediazione, la possibilità di prospettare nuove vie professionali, nuovi incarichi.

Ormai è palese: i guru non si mettono in discussione. Solo il fatto di pensarlo o scendere dal pulpito dal quale hanno sciorinato, propalato al “popolo-bue” la verità, la trasparenza, la giustizia, l’etica, la morale, l’uguaglianza, i diritti etc. E poi, con i “fascisti” niente patti.

Corrado Augias si infastidisce, Massimo Gramellini a rischio. Lucia Annunziata si indigna. Altri ancora (Marco Damilano) in preoccupato silenzio. La loro speranza è che la lottizzazione geografica e partitica sia confermata (la tripartizione Rai-1, Rai-2, Rai-3) e possa tutelarli.
Livore, pregiudizio, supponenza, militanza, organicità sono quindi, gli ingredienti di questa nuova fiction targata Rai. Dove non mancano anche i furbi riposizionamenti. Non è un caso che gente del mestiere come Fiorello abbia replicato alla conduttrice di “Mezz’ora (in più)”, diventata un’ora e mezza, insistendo su un concetto: “Se era contraria al governo, da democratica di professione, doveva restare”, proprio in omaggio alla tanto amata resistenza. E non contento l’artista ha aperto addirittura il “caso Sanremo” (“Forse Amadeus non farà più il Festival”). Cosa c’è dietro? Ai posteri l’ardua sentenza.
Ma intanto è interessante decodificare la lettera dell’Annunziata ai vertici Rai per capire tante cose. Nuove e antiche. Che si davano forse per scontate.

“Arrivo a questa scelta senza nessuna lamentela personale (stesso “teorema-Fazio”, la sinistra giornalistica incarnando la superiorità morale, non vuole recitare la parte della vittima): giudicherete voi, ora che ne avete la responsabilità, il lavoro che ho fatto in questi anni”. Tradotto, io sono competente, i nuovi che arriveranno no (teorema della “destra impresentabile”).
“Vi arrivo perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi”. Chi è lei per giudicare un governo? E al di sopra della democrazia, dello spoil system, del voto degli elettori, dei dirigenti dell’azienda pubblica, ripetiamo pubblica (se fosse stata privata, nulla da eccepire)? Evidentemente troppi anni in Rai hanno alterato il senso del limite individuale. E ancora: “Riconoscere questa distanza è un atto di serietà”.

Ecco fino a che punto arriva la superiorità morale. Pertanto, secondo Annunziata, “non ci sono le condizioni per una collaborazione”. Non scende dalle stelle. E conclusione, “non intendo avviarmi sulla strada di una permanente conflittualità interna sul lavoro”. Come dire, non mi degno nemmeno di considerare interlocutori i dirigenti per mediare. E “in attesa di indicazioni su se e come concludere la stagione in corso, vi auguro buon lavoro”. Questione di soldi.

Ha ragione l’attrice Chiara Francini, il suo discorso pronunciato a “Cartabianca” diventato virale, ha inquadrato perfettamente i politici, gli intellettuali e i giornalisti di sinistra: “A loro non frega niente di operai, lavoro, diritti, minoranze; a loro interessa solo apparire di sinistra e quindi dalla parte del giusto perché nulla arricchisce più della povertà. I sinistri sono quelli che sputano in aria e ti vogliono convincere che piove. Sono così ossessionati dall’apparire pauperisti che pur abitando in palazzetti con dei Botero attaccati al muro, spesso dormono nelle dependance della servitù, sentendosi poeti maledetti, con le boiserie anche nel culo”.
Viva la Francini. Dei Luca e Paolo non se ne può più. Almeno da un po’ c’è lo spoil system pure della satira.

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