Rischi sanitari post alluvione, Tarro: “Vaccinazione antitetanica? Meglio altro”

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In Emilia Romagna, nelle zone colpite dall’alluvione, è corsa alla vaccinazione antitetanica dopo che è stato lanciato l’allarme sul rischio di infezioni sanitarie provocate dalla stagnazione dell’acqua putrida presente in alcuni centri abitati del Ravennate, Conselice su tutti. Anche se un’emergenza vera e propria non c’è, fra le persone che sono state a contatto con l’acqua sporca c’è il timore di aver contratto infezioni a causa della presenza di carcasse di animali morti e la rottura delle fognature. A Conselice soltanto nelle ultime ore l’acqua si è ritirata del tutto dopo che per oltre dieci giorni gli abitanti hanno vissuto dentro una palude. Ne abbiamo parlato con il medico e virologo Giulio Tarro primario emerito dell’Ospedale Cotugno di Napoli.

Esiste il rischio di un’emergenza sanitaria in Emilia Romagna in seguito alle recenti alluvioni e all’allagamento di interi paesi?

“Sinceramente faccio fatica a comprendere le decisioni assunte in ambito sanitario. Non vedo questo rischio così alto di infezioni come ci stanno ripetendo da giorni i media e tale da giustificare questa corsa alle vaccinazioni contro il tetano. L’infezione tetanica si contrae in determinate circostanze, se ci si ferisce con corpi o sostanze contaminate, ma qui non mi pare che sia questo il problema. Non ci sono ferite così gravi da richiedere un intervento del genere. E comunque non capisco questa vaccinazione di massa, mi sembra più motivata dalla paura che da reali esigenze di carattere sanitario”.

Sta dicendo che secondo lei questa corsa alle vaccinazioni potrebbe essere ingiustificata?

“Mi sembra che qui non ci sia un pericolo incombente, ma si stia agendo soltanto a scopo preventivo. Ma non mi sembra questo il modo migliore di fare prevenzione. Del resto nella parte costiera gli stabilimenti balneari hanno riaperto tutti e addirittura si sta facendo promozione per convincere la gente ad andare in vacanza in Romagna. Il che a me pare un controsenso, perché mentre si paventano seri rischi igienico-sanitari, poi ci si preoccupa se i turisti disertano le spiagge e si invitano le persone ad andare perché la situazione è tranquilla. Si mettano d’accordo”.

Però nelle zone in cui l’acqua non è defluita e da oltre dieci giorni sta ancora sulle strade o negli scantinati non c’è effettivamente un rischio di contrarre infezioni?

“Se una cosa del genere fosse accaduta un secolo fa, ovviamente ci sarebbe stato immediatamente un allarme legato alla malaria, come avveniva nelle zone paludose. Ma qui non ci sono le zanzare che trasmettono la malaria. Al massimo si possono contrarre le salmonellosi ma per quelle esistono terapie antibiotiche efficaci”.

Il problema però a sentire gli esperti sarebbe provocato principalmente dalle carcasse degli animali morti annegati

“In questo caso allora non c’entra niente la vaccinazione contro il tetano. Come le ho detto per prenderlo bisogna avere delle ferite a monte. Non vorrei che dopo le cantonate prese a livello epidemiologico con il covid si continui sulla stessa strada, ovvero proponendo soluzioni che non hanno serio fondamento scientifico. Intendiamoci, non sto dicendo che l’acqua malsana faccia bene, ma se si seguono delle semplici precauzioni i problemi non ci sono, come mi pare non ci siano effettivamente”.

Cosa consiglia alle persone che vivono in queste zone tuttora allagate?

“Devono seguire semplicemente le più elementari norme igieniche che ci insegnano da bambini, ovvero lavarsi spesso e disinfettarsi. All’acqua sporca si risponde con l’acqua pulita e con il sapone. Poi se si deve stare a contatto con l’acqua stagnante basta indossare degli stivali, dei guanti e degli impermeabili utili ad evitare il contatto con la cute, specie se si hanno delle ferite. Vaccinare contro il tetano mi sembra una cosa senza senso a meno come detto che non ci si ferisca, ma soltanto in quel caso sarebbe opportuno farla. Basterebbe informare le persone a seguire delle buone e semplici pratiche, invece di ingenerare timori che poi rischiano di ripercuotersi negativamente sul sistema nervoso”.

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