In Forza Italia è “guerra delle badanti”: le mosse di Fascina e company

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L’ hanno chiamata la guerra delle badanti, l’ultima resa dei conti che sembra profilarsi in Forza Italia in vista delle europee dell’anno prossimo.

Silvio Berlusconi ha annunciato l’ennesima rivoluzione interna assicurando che non ci saranno epurazioni, che nessuno sarà discriminato, che saranno valorizzate le esperienze e le competenze di tutti, ma pochi ci credono. E la sensazione è quella di un regolamento di conti definitivo fra Marta Fascina, compagna del capo che Berlusconi chiama pubblicamente “mia moglie”, e l’ex fedelissima Licia Ronzulli caduta ormai definitivamente in disgrazia.

Le premesse si sono già avute con la rimozione di Alessandro Cattaneo dalla presidenza del gruppo parlamentare alla Camera e la sostituzione con Paolo Barelli fedelissimo del ministro Antonio Tajani, che con la Fascina sembrerebbe aver siglato un asse rivolto a rafforzare l’alleanza di centrodestra, ma che tutti hanno interpretato come ostile nei confronti della Ronzulli. Berlusconi all’epoca non volle tirare troppo la corda mantenendo l’ex fedelissima alla guida dei senatori, ma di fatto depotenziandola e soprattutto privandola della carica di coordinatrice degli azzurri in Lombardia per far posto ad Alessandro Sorte sponsorizzato proprio da Fascina.

Adesso sembra che la compagna e il suo cerchio magico siano decisi a completare l’opera estromettendo definitivamente tutti i dirigenti ronzulliani che controllano il partito sui territori, trovando d’accordo un Berlusconi sempre più indebolito dalla malattia e sempre più sensibile ai desideri della “moglie”, sposata però con una cerimonia esclusivamente simbolica; la quale avrebbe di fatto creato intorno a lui l’ennesimo cordone sanitario.

L’operazione è ora quella di indicare dei commissari nelle aree corrispondenti ai collegi elettorali delle europee allineati all’asse Fascina- Tajani (il ministro degli Esteri gode della fiducia incondizionata di Silvio e in più è essenziale a livello europeo dato il ruolo di primo piano che svolge all’interno del Ppe) che gestiranno le candidature e la campagna elettorale e soprattutto faranno piazza pulita degli ex dirigenti legati alla Ronzulli e da questa fatti nominare quando era nelle grazie di Berlusconi.  Ma mentre la Fascina starebbe spingendo perché la resa dei conti con l’ex badante sia definitiva, Tajani sarebbe molto più prudente per evitare il rischio di possibili scissioni in vista proprio dell’appuntamento delle europee, dove Forza Italia punta ad una crescita elettorale approfittando della crisi del Terzo Polo e dove è quindi necessario l’apporto di tutti mantenendo il partito il più possibile unito.

Il ministro degli Esteri avrebbe consigliato a Berlusconi di lasciare la Ronzulli alla guida del gruppo a Palazzo Madama, contrariamente alla Fascina che invece punterebbe a sostituirla con le stesse modalità utilizzate per Cattaneo; offrirle cioè un incarico di partito apparentemente prestigioso, ma di fatto togliendole potere e visibilità. Eppure c’è chi assicura che un tempo le due fossero molto legate e che sia stata la Ronzulli quando era la prediletta del capo ad introdurre l’altra nelle grazie di Berlusconi. Ma i pettegolezzi contano fino ad un certo punto, anche se è vero che da almeno dieci anni sono state proprio quelle che i media hanno definito le badanti berlusconiane, a segnare i destini del partito azzurro: prima Mariarosaria Rossi, poi Francesca Pascale, infine la Ronzulli e ora la Fascina, con le ultime che conquistando gradualmente la fiducia e il cuore del capo hanno estromesso le precedenti. E a sentire i bene informati la Fascina si sarebbe occupata con così tanto affetto e cura di Berlusconi nelle lunghe settimane del ricovero al San Raffaele, che il leader azzurro sarebbe nelle condizioni di non poterle negare nulla.

Il fatto è che allo stato attuale per i forzisti dissidenti non ci sono grandi sbocchi nel caso in cui decidessero di lasciare il partito. Ronzulli è in ottimi rapporti con Salvini, ma la Lega ha già abbastanza problemi interni; probabilmente vedrà decimata la truppa parlamentare europea eletta nel 2019 con il 35%, oggi precipitato sotto al 10 e quindi non può certo dare spazio a nuovi arrivati. Fratelli d’Italia ha invece il problema opposto, quello cioè di non riuscire a soddisfare le legittime aspirazioni di tanti big che sognano un seggio in Europa, avendo già fatto il pieno ed il tutto esaurito. Inutile guardare in direzione del Terzo Polo visto che equivarrebbe ad un suicidio politico (ne sanno qualcosa Gelmini, Carfagna e gli ex forzisti che alle ultime politiche si sono lasciati attrarre dalle sirene centriste).

Vedremo come andrà a finire la vicenda, ma i rimescolamenti ci saranno ed è evidente che non tutti saranno soddisfatti. Del resto la storia di Forza Italia è una storia di scalate e di crolli, di luogotenenti promossi agli alti vertici e poi irrimediabilmente rinnegati (vedi Scajola, Cicchitto, Bondi, Bonaiuti, Alfano, Fitto, la Rossi) e quindi non c’è da stupirsi se adesso si ripeterà il copione di sempre a danno della Ronzulli che pochi mesi fa Silvio era pronto a difendere con le unghie e con i denti per farle ottenere un posto da ministro, e che a leggere le cronache oggi farebbe fatica anche a sentir nominare.

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