Arte antica, i carabinieri riportano a casa 821 reperti archeologici

3 minuti di lettura
archeologia

Un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale: sono solo alcuni dei magnifici 821 reperti archeologici che i carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale hanno riportato a casa da Londra e presentati a Castel Sant’Angelo. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali, sono sfociate anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il ministero della Cultura attraverso l’Avvocatura generale dello Stato.

I ritrovamenti, provenienti da scavi clandestini sul territorio italiano, erano arrivati a una società inglese in liquidazione, la Symes Ltd, riconducibile a Robin Symes, importante trafficante di beni culturali.  La società, che si era sempre opposta ai ripetuti tentativi di recupero da parte delle autorità italiane, già sottoposta a procedura fallimentare nel Regno Unito, è stata citata in giudizio anche in Italia, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, per la restituzione dei beni o il risarcimento civile del danno. 

La consegna dei reperti è stata possibile grazie alle complesse trattative seguite dal ministero della Cultura in stretta collaborazione con i Carabinieri dell’arte e l’Ambasciata d’Italia a Londra, li hanno scortati in Italia. L’accordo per la restituzione è stato siglato l’11 maggio scorso. L’insieme dei pezzi, databili complessivamente tra l’VIII secolo a.C. e l’epoca medievale, il cui valore è stimato in 12 milioni di euro, offrono uno spaccato delle molteplici produzioni dell’Italia antica e delle isole, riflettendo al contempo la lacerazione insanabile subita dai numerosi e diversificati contesti archeologici (funerari, cultuali, abitativi e pubblici) oggetto di depredazione, concentrati in particolare nell’Etruria e nella Magna Grecia.

Tra i pezzi più pregiati presentati a Castel Sant’Angelo figurano, per l’epoca romana, alcune teste virili in marmo di età imperiale, varie porzioni di statue e gruppi bronzei, o, ancora, il dipinto parietale con la raffigurazione di un tempietto strappato con ogni probabilità da una residenza vesuviana. I materiali riacquisiti comprendono vasi sia di produzione locale sia di fabbrica attica e corinzia, in bronzo e in pasta vitrea, elementi del vestiario e monili in oro, argento, bronzo, osso e ambra, tra cui 26 collane ricomposte nella prospettiva dell’immissione sul mercato, armi, utensili e suppellettili, elementi della bardatura equina, coroplastica votiva e architettonica, sarcofagi, di cui uno in piombo con decorazione a rilievo, e urne funerarie, oggetti votivi e rituali, elementi di statuaria in bronzo, in marmo e in calcare, elementi architettonici e arredi in bronzo e marmo, decorazioni musive e dipinte. Insomma, l’ennesimo tesoro trafugato dall’Italia e disperso nei mille rivoli della ricettazione che lavora per i trafficanti d’arte.

«Il recupero del patrimonio culturale illecitamente sottratto – spiega il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – è una delle priorità del mio programma, tutelare significa anche evitare che il nostro patrimonio sia depredato da trafficanti senza scrupoli. L’azione congiunta tra Ministero e Carabinieri Tpc è un esempio virtuoso di collaborazione istituzionale da preservare e consolidare anche con iniziative come questa, nella quale abbiamo lavorato fianco a fianco con la Grecia. Ringrazio l’Arma per il prezioso lavoro quotidiano, svolto in ogni parte del mondo».

Per il generale di Brigata Vicenzo Molinese, comandante del Tpc «il rimpatrio di questi preziosi reperti dal Regno Unito è l’ulteriore conferma della consolidata sinergia nell’azione di recupero tra il Comando carabinieri Tutela patrimonio culturale e il ministero della Cultura. Il caso specifico ha visto inoltre il coinvolgimento fondamentale dell’Avvocatura generale dello Stato e dell’Ambasciata d’Italia a Londra. Anche oggi celebriamo il costante impegno dei Carabinieri dell’Arte rivolto alla tutela del patrimonio culturale italiano». Anche per Mario Turetta, segretario generale del ministero della Cultura, quando le istituzioni fanno gioco di squadra i risultati arrivano sempre.  Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Lorenzo d’Ascia, legale dell’Avvocatura generale dello Stato ed Eleni Sourani, ambasciatrice di Grecia in Italia.

Nella stessa data un analogo accordo è stato sottoscritto dal ministero della Cultura della Grecia con la Symes Ltd per il recupero di altri reperti illecitamente esportati dalla Grecia. Un ulteriore gruppo di frammenti sarà oggetto di studio degli archeologici italiani e greci per risalire alla loro provenienza e procedere quindi alla restituzione ai rispettivi Paesi. Un lotto di 71 reperti, attualmente negli Stati Uniti, sarà recuperato e riportato in Italia nei prossimi giorni dai carabinieri.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

Olimpia Milano-Virtus Bologna 92-82 in gara 1 finale scudetto

Articolo successivo

Giulia Tramontano, autopsia: coltellata alla carotide, morta in pochi minuti

0  0,00