IT-alert: preparati Lazio, il caos sta per arrivare!
Ma di cosa parliamo?
Già quest’estate in Italia ha preso il via la sperimentazione di IT-alert, un nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili per la propria sicurezza.
Questo test, molto simile a quello utilizzato negli Stati Uniti, in Canada, in Giappone e nei Paesi Bassi, nasce per poter avvertire i cittadini in caso di emergenze come inondazioni, incendi, nubi tossiche, tutte situazioni che necessitano una comunicazione rapida per permettere alla popolazione di salvarsi da catastrofi imminenti.
In Italia si è partiti dalla Toscana, il secondo test è stato eseguito in Sardegna, poi Sicilia, Calabria, Emilia Romagna. Ieri, invece, l’allarme è suonato in Friuli Venezia Giulia e nel Lazio arriverà il 21 settembre.
Di questo passo, entro la fine del 2023 i test verranno completati in tutte le altre regioni e province autonome e così la fase di sperimentazione sarà terminata e il servizio entrerà ufficialmente in funzione.
Il Sistema Nazionale di Allarme Pubblico entra in azione direttamente tramite i nostri cellulari, perchè è qui che arriva la notifica: un messaggio che viene ricevuto dai cittadini che si trovano nelle zone interessate dall’evento calamitoso o dalla situazione emergenziale.
L’obiettivo del test non è solo di provare la tecnologia su cui si basa, quanto più di far conoscere ai cittadini questo nuovo sistema di allarme pubblico che in caso di emergenze gravi e catastrofi imminenti può contribuire a salvare vite umane con allarmi tempestivi e aumentare la consapevolezza dei cittadini sui pericoli imminenti.
Nonostante gli ampi vantaggi offerti da IT-Alert, non si tratta di un sistema infallibile. Per tale ragione, lo stesso Dipartimento della Protezione Civile, nella documentazione ufficiale, ha parlato anche di limiti.
IT-Alert, hanno chiarito, è un sistema che ovviamente risente dei limiti correlati all’incertezza dei fenomeni naturali, ma anche di quelli scientifici, delle capacità tecnologiche disponibili e del tempismo delle decisioni.
Non mancano poi i limiti legati alla latenza, alla non disponibilità o a malfunzionamenti delle infrastrutture di rete.
Tra l’altro, le attività di valutazione delle decisioni potrebbero anche portare a ritardi o al mancato invio dei messaggi di allerta, visto che non si tratta di un sistema automatico.
Questo viene specificato anche nelle note della documentazione ufficiale:“IT-alert non è un sistema salvifico in sé, ma è finalizzato, in ragione di un determinato probabile evento, a favorire una condotta personale di consapevolezza dei rischi e di adozione di misure di prevenzione e salvaguardia”.
Inoltre è possibile che sia difficile o impossibile sovrapporre l’area interessata dal rischio o dall’emergenza a quelle coperte dalle antenne.
Potrebbero quindi verificarsi momenti in cui le notifiche vengono ricevute anche da persone che si trovano al di fuori delle aree a rischio, ma comunque vicine, o casi in cui dispositivi all’interno di esse non visualizzano il messaggio di emergenza.
E dopo i dubbi attorno a questo sistema di sicurezza, non sono mancate le polemiche.
A far emergere delle lamentele è stato l’Automobile Club inglese il quale ha fatto notare che l’improvvisa sirena potrebbe distrarre gli automobilisti al volante perché potrebbero essere ancora più a rischio e che una sirena in macchina potrebbe far scattare il panico.
Il timore è ricaduto poi anche per gli anziani che, non al corrente dell’esperimento, potrebbero sentirsi confusi e preoccupati di fronte al loro telefono che suona all’improvviso.
Infine, il test può mettere a rischio le vittime di abusi domestici, che magari riescono a nascondere un telefono segreto in casa ma, a causa dell’allarme, potrebbe essere scoperto.
Tra incertezze e polemiche irrisolte, parliamo comunque di uno strumento che saprà rivelarsi sicuramente molto utile per la popolazione, ma sarà sufficiente a metterci in salvo?