Ancora sangue nel quartiere romano di Tor Bella Monaca.
Un uomo è stato ucciso ieri in un agguato a colpi d’arma da fuoco in via Paolo Ferdinando Quaglia. Inutili i tentativi di rianimarlo sul posto. Trasportata in ospedale, invece, la compagna centrata da un proiettile a un ginocchio. La vittima aveva 38 anni mentre la compagna di 26 anni, è ricoverata al Policlinico Tor Vergata.
L’omicidio sarebbe avvenuto con le modalità di un vero e proprio agguato. I poliziotti della Squadra Mobile, avrebbero infatti trovato dei fori di proiettile sullo sportello lato guida dell’auto della vittima. L’uomo è stato centrato dai proiettili all’uscita del bar tabacchi al 168 di via Paolo Ferdinando Quaglia e mentre stava salendo sull’auto dove lo attendeva la donna. Non ci sono dubbi sul fatto che l’assassino volesse colpire proprio lui ed è quasi certo che avesse seguito la coppia a bordo di uno scooter proprio con l’intenzione di agire appena possibile.
Un omicidio che avviene a pochi giorni dal corposo blitz coordinato dalla Prefettura di Roma e messo in atto dalle forze dell’ordine in risposta all’attentato ai danni del sacerdote antimafia don Antonio Coluccia impegnato contro lo spaccio di droga nel quartiere.
Non è certo la prima volta che a Tor Bella Monaca si verificano episodi del genere, ma l’omicidio di ieri è apparso a molti un messaggio della criminalità nei confronti dello Stato che sta cercando di riprendersi gli spazi occupati dai clan. Anche oggi sono in corso decine di perquisizioni da parte di squadre di Carabinieri nelle abitazioni del quartiere alla ricerca di armi e droga, con l’installazione anche di posti di blocco e controlli alla circolazione.
Gli inquirenti sospettano che dietro l’agguato di ieri vi possa essere un movente passionale, e nelle ultime ore hanno fermato un soggetto che da quanto si è appreso avrebbe avuto una relazione con la donna che era ieri insieme alla vittima e che è a sua volta rimasta ferita.
Nonostante ciò sul principio si è pensato ad un agguato di stampo mafioso, in quanto l’assassino ha agito in pieno pomeriggio e davanti a numerosi testimoni, quindi in un certo senso facendosi beffa dei militari che in questi giorni stanno presidiando il quartiere. Il presidente del VI municipio Nicola Franco ha parlato di “ultima goccia che fa troboccare il vaso” e ha descritto Tor Bella Monaca come un territorio diverso dal resto di Roma e da trattare come tale, quindi con interventi speciali. E questo in verità si è sempre saputo, ma che altro c’è da fare se non mostrare la presenza dello Stato con azioni repressive? Non basteranno forse i blitz, le perquisizioni e gli arresti,, ma finora tutti i tentativi di contrastare il degrado e la criminalità con ricette “politicamente corrette” si sono rivelati un fallimento.
Ora, se è vero che si è trattato di un regolamento di conti per motivi di gelosia, resta il fatto che l’assassino ha comunque agito proprio nel momento in cui il quartiere è particolarmente attenzionato da parte delle forze di polizia, fatto questo che non ha comunque scoraggiato la volontà di agire sotto gli occhi della gente. Quasi la prova che la criminalità non ha alcuna intenzione di retrocedere e rinunciare alla propria autorità.
Va anche detto che, come riportano i media, a poca distanza dal luogo dell’agguato nelle ultime ore si è pure verificato un pestaggio che ha ridotto in fin di vita un uomo di 48 anni. Il lavoro è lungo e una cosa appare chiara; la criminalità non intende arrendersi e quella che si profila è senza dubbio una guerra con lo Stato per il controllo del territorio. Con la gente del quartiere forse combattuta fra il desiderio di riscatto e l’omertà derivante dalla paura determinata da anni di totale assenza della legalità.