IT-alert: ecco perché per i complottisti è un sistema di spionaggio

Qualche giorno fa in Italia è stato ripreso l’avvio dei test su IT-alert, il nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione.
Per avvisare gli utenti in caso di emergenza, gli smartphone suonano di punto in bianco ma questo ha creato un certo scompiglio tra la popolazione e, per alcuni, anche un po’ di fastidio.

Fastidio che, in parte, è già apparso sui social, con post di molti appassionati alle teorie del complotto che stanno già alzando il tiro contro quello che ritengono un nuovo sistema per terrorizzare e tracciare le persone, gli stessi argomenti nati durante la pandemia e che riguardavano Immuni.

Fermo restando che la tecnologia non nasce per terrorizzare nessuno, va detto però che IT-alert è planato sui cellulari delle persone nel silenzio generale. Ma facciamo chiarezza: IT-alert non è una app che si installa come Immuni dallo store di Apple o Google, ma è parte integrante del sistema operativo del telefono, sia esso Android o iOS.

IT-alert sfrutta la rete mobile tradizionale, quindi non introduce alcun elemento tracciante nuovo che già non ci fosse perché non usa il GPS, dunque non ci spia. Anzi. Tale sistema rispetta tutte le norme e leggi vigenti, comprese quelle sulla privacy.

Allo stesso modo, è probabile che molti non riceveranno mai un messaggio IT-alert in vita loro, o almeno si spera, perché è previsto che sarà usato per raggiungere “chiunque si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso”. Gli eventi per cui partirà il messaggio sono i seguenti:

  • maremoto generato da un sisma;
  • collasso di una grande diga;
  • attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
  • incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
  • incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);
  • precipitazioni intense

L’elemento che ha fatto imbestialire molti è che IT-alert è apparso sugli smartphone, perciò non è stato installato con una scelta consapevole. Questo è vero, ma allo stesso tempo si parla di un servizio di allarme pubblico che per funzionare deve essere presente di default sui dispositivi. Se così non fosse seguirà la scia di Immuni, un servizio che in pandemia poteva avere un suo senso ma allo stesso tempo è fallito per diversi fattori, specialmente per il numero di download ben lontano da quello dell’intera popolazione italiana.

Non abbiate timore perché IT-alert è semplicemente a un nuovo servizio di pubblica utilità.
Di conseguenza chi grida al nuovo complotto, non dovrebbe poi lamentarsi nel caso si ritrovi in una situazione di pericolo se non ha ricevuto l’avviso del sistema di emergenza nazionale.

E se magari vi fosse stato IT-alert nel caso dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna? Probabilmente qualche persona tra le 15 vittime si sarebbe potuta salvare.
Disattivarlo equivarrebbe a mantenersi in uno stato di possibile rischio, senza informazioni su ciò che potrebbe accadere perché non tutti guardano i telegiornali, o seguono i bollettini della Protezione Civile, ma ad oggi tutti abbiamo uno smartphone.

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