Partiamo dai numeri da agosto c’ è stato un crollo verticale di sbarchi di migranti, ridotti dell’ 85% rispetto a un anno fa. Nel 2016 arrivarono dalla Libia in 21 mila, quest’anno in 3.800. Sembra che il corridoio del Mediterraneo centrale stia stato sigillato. Come è successo?
Un’inchiesta pubblicata da Associated Press e ripresa anche dal Washington Post ipotizza che per fermare il flusso di migranti dal Nord Africa il governo italiano abbia stretto degli accordi con due potenti milizie libiche che solo qualche tempo fa erano direttamente coinvolte nello stesso traffico. Il governo italiano ha smentito di avere un accordo di questo tipo e rispondendo ad AP ha detto che «non negozia con i trafficanti». L’inchiesta sembra comunque molto solida e cita molte e varie fonti, fra cui il portavoce di una delle due milizie coinvolte che ha confermato l’accordo con le autorità italiane. Sostiene Ap che queste milizie sarebbero pagate da Tripoli, che gli gira i soldi provenienti dal governo italiano. È vero – è stato chiesto ieri a Bruxelles alla portavoce della Commissione – che gli italiani pagano gli scafisti, direttamente o tramite il governo di al-Sarraj per fermare i migranti? Le due milizie di cui parla Associated Press si chiamano “Martire Abu Anas al Dabbashi” e “Brigata 48” ed entrambe hanno la sede a Sabratha, una piccola città non distante da Tripoli che negli ultimi mesi è diventata il principale punto di partenza dei barconi e gommoni dei migranti. La prima milizia è sicuramente nota ai funzionari italiani: dal 2015 si occupa della sicurezza dell’impianto di Eni per l’estrazione di petrolio nel vicino paese di Mellita. La seconda è stata oggetto di un’inchiesta di Reuters pubblicata il 21 agosto, che descriveva l’efficacia della campagna anti-trafficanti in corso a Sabratha. I capi delle milizie sono due fratelli che provengono dal clan che controlla la città, quello dei Dabbashi.
«Il governo italiano non tratta con i trafficanti». E’ secca la smentita della Farnesina all’inchiesta dell’AP secondo cui l’Italia ha sostenuto un accordo tra il governo libico di Fayez al Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, e “alcune milizie precedentemente implicate nella tratta” di migranti per impedire la partenza dei barconi verso le coste italiane.