Si avvicina il Natale e molte persone, in questo periodo dell’anno, si confrontano con la tristezza che spesso si compare in prossimità del Natale e delle festività. Gli anglosassoni la chiamano “Christmas Blues“, e viene definita come una forma di tristezza, malinconia o vera e propria depressione, che sembra attivarsi proprio nel periodo delle festività natalizie (vedi breve bibliografia).
Il National Institute of Health riporta un’elevata incidenza di depressione durante le feste natalizie e a capodanno; ospedali e forze di polizia segnalano l’aumento del tasso di suicidi e tentativi di suicidio, e psichiatri, psicologi ed altri professionisti della salute mentale riportano un aumento significativo della frequenza con cui i pazienti lamentano sintomi depressivi in questo periodo dell’anno.
Una ricerca nordamericana ha riportato che il 45% degli intervistati era preoccupato di possibili flessioni del tono dell’umore durante le festività natalizie; la causa potrebbe anche essere ricercata nel fatto che, durante la stagione invernale, si assiste ad una riduzione della durata dell’esposizione alla luce solare, che aumenta l’incidenza del cosiddetto disturbo affettivo stagionale (SAD).
COME MAI?
Probabilmente, il clima freddo e le giornate corte hanno la loro influenza sull’umore, aumentando l’incidenza dei disturbi affettivi stagionali (SAD – Seasonal Affettive Disorders), ma molto probabilmente le ragioni di questo stato d’animo risiedono anche in altri fattori, più prettamente psicologici:
- Aspettative irrealistiche sulle festività: cosa si farà e con chi, quanto ci si divertirà e quanto si sarà felici in quei giorni;
- Rimuginare sulle proprie sofferenze e sulla condizione attuale: ad esempio persone divorziate, single, separate in casa oppure persone che per altre ragioni si sentono insoddisfatte o infelici, possono vittimizzarsi per ciò che non hanno o per condizione spiacevole che stanno attraversando, e le festività aumentano il divario tra la percepita condizione attuale e quella che si è vissuta in precedenza o che si vorrebbe vivere;
- Resoconto di fine anno: ossia le riflessioni che inevitabilmente tutti finiamo per fare sull’anno appena trascorso e su ciò che abbiamo o meno realizzato o perduto. Queste riflessioni potrebbero non sempre essere positive o soddisfacenti ed indurre dunque uno stato d’animo negativo o sfiduciato;
- Mancanza delle persone care che sono venute a mancare e che non potranno più festeggiare il Natale accanto a noi.
- Le pubblicità insistenti ci fanno sentire obbligati a comprare e spendere denaro per fare regali ed acquisti anche costosi; questo potrebbe farci vivere una condizione di conflitto e disagio, soprattutto laddove le disponibilità economiche non sono tali da rendere possibile fare regali o farne di costosi;
- Confronto – attraverso la pubblicità martellante – con modelli irrealistici di felicità ed armonia familiare, successo e allegria che non corrispondono alla realtà che di fatto viviamo nella nostra vita, acuendo un disagio latente o un’insoddisfazione di fondo mai “curata”: si finisce così per pensare che gli altri sono più felici e ricchi, che possiedono di più, che sono più soddisfatti di noi e ci sentiamo ancora più tristi, soli o arrabbiati;
- Ancora, molte persone possono diventare particolarmente ansiose e nervose a causa della pressione che si percepisce in questo periodo dell’anno in merito alle aspettative relative alle riunioni familiari: l’aspettativa di pranzi e cene con persone che non si vedono da tempo e con le quali magari si è in cattivi rapporti non aiuta certo a vivere serenamente le feste di Natale!
COSA SI PUO’ FARE PER TRASCORRERE MEGLIO LE FESTIVITA’ NATALIZIE?
- Nel caso la depressione sia di grado importante, occorre rivolgersi ad un professionista della salute mentale che possa aiutare ad elaborare e superare le difficoltà ed il dolore emotivo.
- è importante anche imparare a fissare regole e limiti di spesa che siano adeguati alle proprie possibilità economiche;
- stabilire limiti e modalità di partecipazione agli eventi sociali (pranzi, cene, riunioni di famiglia ecc.…), rispettando e facendo rispettare – laddove necessario – il fatto che non necessariamente si vuole partecipare;
- sostituire i doni materiali con doni non materiali, come ad esempio donare il proprio tempo o la propria capacità ed esperienza, a chi ne ha bisogno (ad es. fare del volontariato);
- imparare a stare nel momento presente: godere di ogni singolo momento senza farsi influenzare da aspettative irrealistiche o eccessive su come dovrebbero essere le cose;
- dedicare del tempo alla meditazione e alla riflessione sul profondo e personale significato del Natale;
- esercitare l’arte della gratitudine: ricordare a se stessi di essere grati per ciò che si ha e per ciò che si è;
- spostare il focus dei pensieri da ciò che non va a ciò’ che può esser fatto per sentirsi più in armonia, gratificati e felici;
- impegnarsi attivamente per fare qualcosa di costruttivo invece di rimuginare su ciò che non va o che si vorrebbe avere;
- tenere alla larga le persone che, con la scusa del Natale, tendono a vampirizzare energie e tempo provocando negli altri un profondo senso di sconcerto, tristezza, impotenza o colpa;
- scrivere una lettera della gratitudine alle persone cui non abbiamo ancora detto “grazie” per qualcosa che hanno fatto per noi o semplicemente per amarci o averci amati;
- ORGANIZZARE gli obiettivi per l’anno che verrà (alcuni suggerimenti li indico nel mio articolo QUI)
Soprattutto, non dimentichiamo che il Natale è una festività sacra, ed anche per chi non è religioso essa porta con sé e ci ricorda numerosi significati simbolici di grande valore psicologico e spirituale che, veicolando un messaggio transculturale di rinascita, pace e amore incondizionato, possono essere di grande aiuto nell’attribuire alla nostra vita e ai nostri comportamenti un valore certamente più elevato, profondo e gratificante di quello che ci viene propinato dai media.
A cura di Annalisa Barbier
BIBLIOGRAFIA
- Barker, A., Hawton, K., Fagg, J., & Jennison, C. (1994). Seasonal and weather factors in Parasuicide. British Journal of Psychiatry, 165, 375-380.
- Cavanagh, B., Ibrahim, S., Roscoe, A., Bickley, H., While, D., Windfuhr, K., … & Kapur, N. (2016). The timing of general population and patient suicide in England, 1997–2012. Journal of affective disorders, 197, 175-181.
- Jessen, G. and Jensen, B. F. (1999), Postponed Suicide Death? Suicides around Birthdays and Major Public Holidays. Suicide and Life-Threatening Behavior, 29: 272–283.
- Lester, D., & Beck, A. T. (1975). Suicide and national holidays. Psychological Reports, 36, 52.
Martin Plöderl, Clemens Fartacek, Sabine Kunrath, Eva-Maria Pichler, Reinhold Fartacek, Christian Datz, David Niederseer; Nothing like Christmas—suicides during Christmas and other holidays in Austria, European Journal of Public He