“Ho appena dichiarato, e non per la prima volta, che @PaoloGentiloni è un premier migliore di quanto io potrei mai essere. E che se vincesse il centro sinistra sarebbe giusto che il premier lo facesse Renzi. Spero di essere stato sufficientemente chiaro e diretto”
Ha cinguettato stamattina Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico, considerato dagli addetti ai lavori (e ai livori) il prossimo premier- inciucio permettendo – vista l’assurda legge elettorale che favorirà il centrodestra e un po’ il centrosinistra “per tagliare le gambe al M5S e alla sinistra” dixit Travaglio.
Tornando alle elezioni del prossimo 4 marzo, il ministro ha sentito l’esigenza di rispondere a chi lo vede “in piena auto campagna elettorale” pronto a puntare a Palazzo Chigi “contro chi ha twittato sull’autocandidatura o investitura in salsa Nazareno”. Ma si sa i social non perdonano e senza accorgersi di un errore comunicativo che invece salta agli occhi degli esperti, le sue parole accomodanti e rassicuranti, hanno ricordato quelle che precedettero il “golpe” di Renzi (spiegato nel libro dell’ex premier Avanti) e il cambio di passo nato in seno al Pd quando Letta fu usurpato del potere. Per l’opinione pubblica il suo “stai sereno” all’amico Enrico passa alla storia come il linguaggio precursore del tradimento.
Ora, alla luce del passato, come vi pare questo messaggio? Rileggiamolo. Se fossimo in Paolo Gentiloni o Matteo Renzi qualche scongiuro lo faremmo.
Ho appena dichiarato, e non per la prima volta, che “@PaoloGentiloni è un premier migliore di quanto io potrei mai essere”. E che se vincesse il centro sinistra sarebbe giusto che il premier lo facesse Renzi. Spero di essere stato sufficientemente chiaro e diretto. https://t.co/QCBHDowUn3
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 8 gennaio 2018