Nuovo algoritmo Facebook – Da qualche giorno, precisamente dall’11 gennaio, Mark Zuckerberg ha introdotto sul suo social un nuovo algoritmo modificando quindi il News Feed che incentiverà la connessione tra le persone penalizzando la visibilità di contenuti organici pubblicati da brand e media.
Ma cosa significa questo? Meno video e articoli correlabili a testate giornalistiche e maggiore spazio ai post degli amici. “Abbiamo creato Facebook per aiutare le persone a rimanere in contatto tra di loro”, ha spiegato Zuckerberg nel suo post, per motivare la scelta. “Ecco perché abbiamo sempre messo gli amici e la famiglia al centro. Alcune ricerche dimostrano che il rafforzamento delle nostre relazioni migliora la nostra felicità. Ma recentemente abbiamo ricevuto dalla nostra community delle lamentele sul fatto che i contenuti dei media e dei marchi stavano rimpiazzando i momenti personali, quelli che ci portano a rimanere in contatto con gli altri”.
Per alcuni la scelta di Zuckerberg ha significato un’inversione di rotta positiva, un ritorno al passato che riporterà Facebook al suo vecchio “stato” di social, ovvero a quando il suo unico scopo era quello di connettere le persone. Ma la scelta dell’imprenditore statunitense potrebbe avere altre ripercussioni, soprattutto dal punto di vista politico.
Social e politica – Ci basta considerare che moltissimi movimenti politici degli ultimi anni hanno costruito proprio sui social la loro fortuna. L’elezione di Donald Trump non è stata assolutamente un caso, il Presidente degli Stati Uniti ha basato proprio su Facebook e Twitter la sua campagna politica. Il magnate newyorkese ha infatti sfruttato la capacità dei social di coinvolgere e rendere virale le sue parole, ed è stata proprio questa scelta ad aver inciso più della capacità persuasiva delle parole di Hillary Clinton.
Pensiamo poi che i social, e quindi l’informazione e la comunicazione, sono i primi ad essere stati bloccati da Erdogan quando in Turchia c’era aria di rivoluzione. Durante il golpe dello scorso luglio infatti il presidente turco ha scelto di usare FaceTime per mettersi in contatto con la CNN e parlare al popolo, segno che Erdogan conosce benissimo le potenzialità dei mezzi che ha tentato in passato di oscurare. Lo stesso bavaglio era stato messo anche pochi minuti dopo la strage del Bosforo quando l’authority per le comunicazioni del governo turco (Btk) ha imposto il blocco dei social. Alla stampa erano state passate solo le fotografie segnaletiche dei sospettati (che in un caso si sono rivelate sbagliate). Nessuno poteva parlare, se non di quello che lo Stato aveva deciso si potesse parlare.
Social e editoria – Ecco quindi che si rischia di fare la stessa fine con il nuovo NewsFeed di Facebook, dove però non ci rimetterà soltanto la comunicazione, ma anche le piccole imprese che cercano di farsi un po’ di spazio e di farsi conoscere proprio sui social.
Se da una parte infatti bisogna ricordare che proprio Zuckerberg aveva aperto all’accordo tra Facebook e l’editoria per permettere agli utenti di essere sempre aggiornati, anche grazie alle lunghe battaglie (ormai messe in cantina) contro le Fake News. Sembrava quindi che la libertà di informazione, e di espressione, fosse diventato un “pallino” del fondatore del social più influente della storia e invece arriva la marcia indietro, drastica e repentina. Notizie e approfondimenti meno visibili, un grande danno per la comunicazione, l’editoria e noi giornalisti.
Le piccole aziende – Come dicevamo però i problemi arrivano anche per le piccole aziende. Queste infatti per essere più visibili e “cliccabili” dovranno sborsare molti più soldi, investendo ancora più denaro in sponsorizzazioni. Ecco quindi che tutto diventa più complicato e oneroso. Le aziende dovranno prima fare i conti con il drastico calo delle visualizzazioni e quindi della popolarità, poi per rimediare dovranno investire denaro senza però la certezza di ritornare visibili come un tempo. Le pagine di ristoranti, bar, alberghi o di qualsiasi tipo di attività verranno quindi oscurate e i proprietari di nuovo imbavagliati il tutto per favorire le foto dei nostri animali domestici, dei nostri viaggi e in generale della nostra vita privata.
Nuova vita per Facebook –Perché in fondo è proprio di questo che si tratta. Rendere Facebook più personale e personalizzato: più spazio alla condivisione dei sentimenti e della nostra vita, meno del pensiero e dell’informazione. Forse non è un caso che in molti stiano abbandonando questo social per lasciare spazio a chi preferisce discutere, commentare e condividere le proprie esperienze su gruppi spesso di dubbia intelligenza. Forse sì, il dietrofront di Facebook a qualcuno piacerà, per altri invece potrebbe essere il motivo definitivo per tirarsi fuori ed evitare i “buongiornissimo!!1!1!!” la mattina o i vari “metti like se sei indignato”.
Questa per Zuckerberg potrebbe essere un cambio di rotta definitivo che sancirà una nuova vita per Facebook, quella in cui gli adulti si ritroveranno tutti insieme ad essere indignati per una Fake News contro la Boldrini o chissà quale figlio di quale fratello di quale politico.