PRIMI SIMBOLI AL VIMINALE – E’ stato sempre un errore grafico. Ma è la terza volta che il simbolo di Casapound è stato affisso e poi tolto dalla bacheca del Ministero dell’Interno. Il contrassegno con la tartaruga a volte c’era a volte spariva, laddove invece gli altri simboli elettorali erano esposti mano a mano che venivano presentati all’ufficio del ministero dell’Interno per il voto politico del 4 marzo.
ERRORE VIMINALE – La prima volta, il nome Casapound era posto tra parentesi assieme al numero d’ordine 6, la seconda volta le parentesi erano entrambe scomparse, la terza volta è stata quella esatta con il numero d’ordine 6 seguito da parentesi e poi la scritta Casapound. Una maledizione o un segno? Chi scherza ci vede già il simbolico passo del Vangelo dove il gallo cantò tre volte e Pietro si accorse dell’errore fatto. Anche per il Viminale le volte sono tre e gli errori (grafici stavolta) sono stati fatti.
DATI – Da stamattina sono otto i simboli depositati al ministero dell’Interno dai partiti per le elezioni 2018. I contrassegni vengono affissi su una bacheca al piano terra del Palazzo del Viminale. La procedura iniziata alle 8, proseguirà fino a domenica. Primo simbolo ad arrivare in bacheca è stato quello del ‘Maie – Movimento associativo italiani all’estero’, seguito da un’altra lista legata al voto all’estero: ‘Unital – Unione tricolore America latina’. A seguire la lista ‘Sacro romano impero cattolico’. Il simbolo successivo è quello del Movimento 5 Stelle, seguito dalla Lega Nord. Poi Casapound Italia. Gli ultimi due simboli al momento depositati sono ’10 volte meglio’ e ‘Siamo’.