Che fine hanno fatto Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, il duo comico scoperto da Enzo Jannacci che ha fato della musica demenziale, del cabaret e della musica leggera di cui hanno fatto la storia e la fortuna?
I due si conoscono da sempre, sono stati infatti vicini di casa d’estate a Gemonio (Varese) sul Lago Maggiore, dove le loro famiglie erano sfollate durante la guerra, cominciarono a costruirsi un piccolo repertorio giusto per distrarsi dalla scuola. Entrambi iscritti all’Istituto Cattaneo di Milano, seppur in indirizzi diversi (Renato geometra e Cochi ragioniere), ebbero i loro primi inizi cabarettistici quando cominciarono a frequentare l’Osteria dell’Oca di Milano, una cosiddetta “trattoria degli artisti”, dove un loro amico, Piero Manzoni, esponeva i propri quadri mentre Cochi e Renato intrattenevano i presenti con qualche canzone popolare. Siamo nel 1962-1963. I proprietari di un locale accanto all’osteria, Velia e Tinìn Mantegazza, hanno l’idea di aprire in via Santa Sofia il “Cab 64” invitando i due, giovanissimi, a esibirsi con le loro scenette improvvisate tra i tavoli dell’osteria. Prima paga, 3.500 lire, ma con una condizione, almeno dieci spettatori in sala: niente quorum, niente soldi. Tra i frequentatori del locale, Enzo Jannacci, che fa amicizia con loro aiutandoli nei testi e scrivendo le musiche delle loro canzoni.
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