Migranti da Israele, Meluzzi: “Follia, ma su Bardonecchia sto coi francesi”

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Intesa Israele-Onu, oltre 16 mila migranti in Occidente, Italia compresa. Le smentite della Farnesina e le precisazioni del premier israeliano Netanyahu non convincono lo psichiatra e scrittore Alessandro Meluzzi intervistato da Lo Speciale. Il governo israeliano ha annunciato di aver raggiunto con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati un accordo in base al quale oltre 16 mila richiedenti asilo africani dovranno essere trasferiti in Paesi occidentali e non più rispediti con la forza nelle loro terre d’origine. Fra questi paesi il premier Netanyahu ha incluso anche l’Italia, salvo poi correggersi dicendo che si era trattato soltanto di un esempio. Il Governo italiano ha smentito l’esistenza di accordi. Quindi? Abbiamo scherzato?

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Professor Meluzzi, in questo gioco di precisazioni e smentite dove sta la verità? Nel premier israeliano che ha indicato l’Italia come meta per la redistribuzione dei migranti eritrei e somali che Israele non  vuole, o nel governo italiano che ha negato qualsiasi tipo di accordo?

“Spero sia uno scherzo, ma non credo proprio. A me sembra un’enorme follia sul piano diplomatico, su quello geopolitico, su quello giuridico e del diritto internazionale. Se un paese sovrano stabilisce che alcuni rifugiati accolti secondo le norme internazionali non sono in realtà rifugiati ma clandestini, l’Onu non può pensare di scaricarli su paesi di seconda categoria rispetto ad Israele che dovrebbero contenerli non si sa bene sulla base di quali principi. Ripeto, a me questa vicenda sembra una colossale follia, ma il fatto che qualcuno l’abbia pensata è già di per sé inquietante. Se poi si aggiunge che qualcun altro ha ritenuto addirittura di doverla legittimare, allora siamo di fronte ad un fatto direi di una inaudita gravità”.

Netanyahu ha parlato di migranti economici e non di rifugiati, e per questo vogliono spedirli altrove. A questo punto quindi noi ci prenderemmo migranti economici e non profughi alla faccia di tutte le differenze terminologiche che ci siamo preoccupati di evidenziare per specificare che quelli arrivati qui scappavano dalle guerre?

Mi sembra ovvio che tutti quelli che scappano dalla Nigeria sono migranti economici, cosa vuole che siano? Io li definirei migranti economici clandestini, questo è il termine esatto. Persone che non seguono le prassi previste per l’immigrazione e che godono dell’aiuto e del sostegno economico di alcune Ong legate ai soliti noti. E’ chiaro che quando in Italia ci dicevano che quelli sbarcati sulle nostre coste erano rifugiati ci raccontavano delle frottole. Ma questo non mi sembra un motivo sufficiente per stupirsi. Direi che ci sarebbe da stupirsi di tanto stupore””.

Il premier isreaeliano ha detto di aver citato l’Italia soltanto come esempio. Non è un po’ paradossale che alla fine fra tanti paesi venga scelto proprio il nostro? O c’è dell’altro?

“Ma quale esempio? Non giriamoci intorno. Netanyahu ha parlato esplicitamente di Italia e non può averlo fatto a caso. Poi dal Governo italiano ci vengono a dire che non c’è nessuno accordo in tal senso, ma intanto il problema resta. Ripeto, si tratta di una follia e certamente non possiamo acccontentarci del fatto che il primo ministro israeliano ci venga a dire che ha voluto fare soltanto un esempio. Direi che non fila dal punto di vista logico. Qualsiasi persona dotata di un briciolo di intelligenza capirebbe che non può essere come vogliono raccontarla”.

Questa vicenda giunge a poche ore dallo scontro Francia-Italia in seguito al blitz francese nel centro d’accoglienza di Bardonecchia. I confini non valgono per i migranti ma poi guarda caso diventano sacri di fronte alle operazioni antidroga degli agenti francesi in territorio italiano? Siamo globalisti e sovranisti ad intermittenza?”.  

Siamo in presenza di una normalissima operazione di polizia giudiziaria di fronte ad un confine che è ormai sfondato e dove entrano migliaia di persone ogni giorno. I doganieri francesi hanno fatto soltanto il loro dovere, cosa che invece non facciamo noi. Ritengo che tutta la cagnara che è seguita a questa vicenda con le reazioni indignate dell’Italia e le proteste all’indirizzo del governo francese, siano avvenute esclusivamente perché si trattava di una struttura in cui opera personale di una Ong. A pensar male si fa peccato ma sono convinto che se non ci fosse stata di mezzo questa Ong la cosa sarebbe passata sotto silenzio. Non c’è nessuna vergogna nel comportamento dei gendarmi francesi”.

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