Luigi Di Maio tira le prime somme del M5s dopo la morte di Casaleggio: “E’ stato complicatissimo sopperire alla sua perdita, ma ce l’abbiamo fatta e oggi il M5s è al governo”.
Di Maio, testimone in un processo ad Aversa (Caserta) ed entrando da un ingresso secondario del tribunale evitando le domande dei giornalisti, ha ricordato in aula il co-fondatore del Movimento. In udienza è come teste nel processo per diffamazione contro l’ex attivista Angelo Ferrillo. Quest’ultimo fu querelato da Gianroberto Casaleggio per un post che scrisse sul suo profilo Facebook, in cui, senza citarlo, parlo’ di “truffatore e fallito di Milano”.
Giustizia a parte (farà il suo corso) quello di Casaleggio è stato un impegno a tutto campo (almeno questo è il bilancio del neo vice premier) “per il movimento e per il Paese, e non dico gratuitamente, ma rimettendoci” sono state le sue parole di ringraziamento a quel “genio folle” che ha rivoluzionato la politica a suon di “algoritmi” ha detto Di Maio.
Rispondendo alle domande dell’avvocato di Ferrillo, Marco De Scisciolo, ha però specificato di non aver mai avuto rapporti con la Casaleggio Associati, ma sempre con la persona Casaleggio. E ha detto di non ricordare se l’espulsione di Ferrillo dal movimento avesse un nesso con la querela per diffamazione sporta da Casaleggio dopo il post offensivo scritto da Ferrillo su Facebook. “La cosa fu presa in carico dal comitato d’ appello”, ha sottolineato.
La storia del Movimento è un po’ questa in sintesi: “Casaleggio – ha detto di Maio – formò il Movimento con Grillo. Grillo portò la sua esperienza su alcuni temi, mentre Casaleggio portò la sua esperienza della Rete facendo diventare il blog primo in Italia”.
Per quanto riguarda il merito dell’espulsione, di Maio ha raccontato che a quei tempi non c’era un vero e proprio codice e chi danneggiava l’immagine del Movimento veniva espulso, mentre oggi ci sono livelli intermedi.
La prossima udienza si terrà il 24 settembre.