“Concretezza, efficacia: qualcuno a Strasburgo pensava che in Italia ci fosse un governo ancora disponibile a chinare la testa a Bruxelles, a Parigi e a Berlino. Noi i confini li difendiamo, accogliamo chi deve essere accolto ma l’Africa in Italia non ci sta”.
Sempre più duro lo scontro in Europa dove il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto al leader dell’Alde Guy Verhofstadt che alla plenaria del Parlamento europeo di ieri a Strasburgo aveva detto che quelle di Salvini erano scelte di opportunismo.
“Noi abbiamo già fatto molto di più degli altri Paesi europei, abbiamo già dato”, ha aggiunto, rischiando di non appianare le divergenze e di iniziare uno scontro al limite del diplomatico. Ma a Salvini questo non interessa. Tornato Conte dal vertice di Bruxelles, dove l’Italia ha sbattuto i pugni sul tavolo e messo in crisi il governo Merkel che solo ieri è riuscita ad evitare il discioglimento della coalizione, è tutto un caos ormai: ognuno prova la sua soluzione personale, non c’è di fatto una linea comune in tema di migranti.
E allora perchè subire l’attacco uni-direzionale di Guy Verhofstadt? La Lega non ci sta.
E anche per il M5s è finito il tempo in cui ci sobbarchiamo gli egoismi europei. “Francia e Spagna stanno cominciando ad aprire i porti. Siccome stiamo pagando dei problemi a livello europeo – ha detto Di Maio – dobbiamo essere il centro dell’iniziativa per risolvere diversi problemi. L’atteggiamento però fa molto e cambiarlo sia il primo passo anche per ridiscutere le regole dell’austerity”.
I paesi che si stanno rifiutando di prendere quote di immigrati che arrivano dal Sud del mondo non sono un modello dunque. “Ma non lo sono neppure paesi come la Francia – e qui Di Maio attacca Macron “che fingono Di essere solidali e poi ci respingono gli immigrati a Ventimiglia e chiudono i porti. C’è tanta ipocrisia”.
Insomma l’attacco all’Europa arriva da tutti gli alleati al governo, ora non resta che raccogliere le ceneri o gli allori.