Foa bocciato, parla Rinaldi: “Sta circolando un fondato sospetto su Berlusconi e il voto”

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La Vigilanza Rai ha bocciato la nomina di Marcello Foa a presidente della Rai. Il giornalista italo-svizzero ha infatti ottenuto soltanto 22 voti a fronte dei 27 previsti per la convalida dell’elezione. Partito Democratico, Liberi e Uguali e Forza Italia non hanno partecipato al voto. Una decisione quella degli azzurri che, come spiega a Lo Speciale l’economista Antonio Maria Rinaldi, animatore del sito Scenari Economici non mancherà probabilmente di avere pesanti ripercussioni nel centrodestra. Ma potrebbero essere gli stessi elettori forzisti in primo luogo a non comprendere le ragioni della bocciatura, considerando il curriculum professionale di Foa.

LEGGI SU LO SPECIALE LA BOCCIATURA DI MARCELLO FOA 

Foa non ce l’ha fatta, non ha avuto i voti necessari per essere eletto presidente della Rai dalla Commissione parlamentare di Vigilanza. Come commenta?

“Si tratta di una bocciatura annunciata, e mi dispiace perché Marcello Foa è un professionista di prim’ordine dotato delle qualità professionali ideali per ricoprire l’incarico di presidente della Rai. Questo va chiarito, perché purtroppo c’è stato anche chi è arrivato a mettere in dubbio la sua professionalità. Credo che Silvio Berlusconi non abbia valutato fino in fondo le possibili conseguenze negative di questa decisione”.

In che senso?

“Questa sua impuntantura contro Foa avrà ripercussioni inevitabili secondo me sull’elettorato di Forza Italia. La gente che si incontra nei bar o per la strada si domanda cosa altro possa volere Berlusconi nel momento in cui possiede già dei canali televisivi di proprietà. Non gli bastano? Fino a prova contraria, siccome alle elezioni uno vale ancora uno, e alla fine i voti si contano e non si pesano, credo che questa scelta rischi di produrre serie conseguenze sulla tenuta elettorale del partito azzurro. Del resto rispetto ai risultati del 4 marzo, i sondaggi danno alla Lega di Salvini un vantaggio molto elevato ed è più che presumibile che buona parte di questo consenso provenga dalle fila di Forza Italia. Chi sta vicino al leader forzista penso non gli abbia fatto comprendere fino in fondo il prezzo da pagare per questa decisione per me assurda”.

Come giudica questo asse che si è creato fra FI- Pd e Leu contro Foa?  

“Appare evidente che Berlusconi in questo momento sia molto più interessato a guardare verso il Pd che non verso il suo alleato elettorale, cioè la Lega. Forse lui pensa così di riguadagnare consenso, ma credo che sbagli tattica. Gli elettori non lo seguiranno. Penso anche che Salvini non punti alla forza parlamentare degli azzurri ma agli elettori forzisti, il che significa guardare lontano. Non conosco gli obiettivi di Berlusconi, ma da osservatore sono convinto che se dovesse continuare a rafforzarsi l’intesa con il Pd per Forza Italia sarà la fine, nonostante questo partito abbia inciso in passato sulla politica italiana in maniera molto forte. E’ incomprensibile questa intolleranza nei confronti di un Salvini che si è alleato con il M5S per impedire che a governare fosse chi aveva perso le elezioni. Poi c’è un aspetto del comportamento dell’ex premier azzurro che mi fa riflettere”.

Ossia?

“Sta circolando il fondato sospetto che Berlusconi abbia dato ordine ai suoi di non presentarsi in Vigilanza perché, essendo il voto segreto, temeva che qualcuno votasse a favore. Non è un mistero per nessuno che Forza Italia abbia seri problemi di tenuta interna, con diversi parlamentari orientati ad un rapporto meno conflittuale e più collaborativo con il Governo e con la Lega in particolare” .

Le critiche a Marcello Foa sono state indirizzate principalmente al suo essere sovranista, anti-euro e filo-Putin? Che significa? Che pensarla diversamente è un reato?

“Sovranista significa fare gli interessi del proprio Paese, cosa che chi ha governato prima non ha fatto, diversamente dai governanti degli altri Stati europei. Essere sovranisti quindi dovrebbe essere un pregio, non un difetto. Foa inoltre non è contro l’euro, bensì contro questo tipo di euro con una mentalità costruttiva rivolta a salvare il salvabile. Ormai è sdoganato il pensiero unico secondo cui l’euro sarebbe perfetto. Tutti oggi sono concordi nel sostenere che necessita di una riforma ed è più che legittimo che un giornalista sostenga questa posizione. Penso che i veri talebani siano coloro che, per partito preso, vogliono difendere l’indifendibile”

Foa quindi sarebbe stato comunque un presidente di garanzia?

“Sarebbe stato di garanzia nel momento in cui avrebbe dato spazio ad una pluralità di posizioni, favorendo un’informazione articolata e non a senso unico. Il vero servizio pubblico è garantito proprio da chi è in grado di poter rappresentare punti di vista diversi da quelli del pensiero unico. Gli svizzeri, sempre indicati come corretti, decisi, estremamente rigorosi, avrebbero forse chiamato Foa ai vertici del Corriere del Ticino se fossero state vere certe illazioni circolate su di lui? Quando si invocano gli svizzeri forse lo si dovrebbe fare a 360 gradi e non a comando”.

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