L’ex fidanzato di Tiziana Cantone, suicida lo scorso settembre, ha raccontato la loro partecipazione a scambi di coppia. Quale giudizio (o pregiudizio) ora pesa sul caso e come verrà affrontato dalla giustizia? Come è cambiato il concetto di stigma sociale? Abbiamo parlato del video che ha distrutto la vita alla ragazza campana e della svolta giudiziaria con Roberta Bruzzone, prestigiosa criminologa ed esperta di cyberbullismo, da sempre in difesa delle donne e dei loro diritti.
Bruzzone, il caso di Tiziana Cantone è a una svolta dopo le dichiarazioni del fidanzato o non cambia nulla?
“Più volte ho avuto modo di ascoltare la madre di Tiziana, siamo state anche ospiti insieme a Porta a Porta, e lei era assolutamente convinta che ci fossero purtroppo questo tipo di condizioni dietro la tragica scomparsa della figlia. E’ stato un lavoro molto tosto anche da parte del difensore della signora, perché all’inizio la questione era partita sottovalutando degli aspetti. Questa storia va chiarita in ogni sua parte, e quella che sta emergendo è una situazione che addirittura peggiora le condizioni in cui si trovava la povera Tiziana quando ha deciso di togliersi la vita”.
Questo scenario, che tipo di personalità di Tiziana sta facendo emergere?
“Una ragazza molto fragile psicologicamente, con dei tratti dipendenti di personalità, incapace di sottrarsi alle influenze di questa persona e che è arrivata a fare cose che evidentemente non le appartenevano fino in fondo. E questo ha generato il conflitto, che a mio modo di vedere, ha provocato la tragica scelta. Al di là della massa di ingiurie ricevute, credo che lei non perdonasse a se stessa di aver ceduto a questo genere di richieste”.
Sta parlando di plagio?
“La parola plagio non è affatto corretta. Posso dire che emerge una ragazza molto fragile psicologicamente, con dei tratti che possiamo ricondurre al disturbo dipendente di personalità: una ragazza che se sollecitata in determinati aspetti, facendo leva sull’autostima fragile e il bisogno di essere approvata e accolta, non sarebbe stato difficile portare a fare cose lontane dai suoi reali sentimenti. Una fragilità che può essere stata alimentata”.
Dagli estratti dell’interrogatorio dell’ex fidanzato emergerebbe che fosse lei a spingere a questo gioco perverso?
“Cominciamo col dire che sono dichiarazioni di un soggetto che si trova ad affrontare una vicenda giudiziaria abbastanza complicata e delicata, e gli imputati e gli indagati hanno ampiamente diritto di mentire, non so se sia questo il caso, però non prenderei per oro colato nessuna dichiarazione. In secondo luogo, il confine tra manipolazione psicologica e apparente consenso può essere molto più sfumata di quanto uno pensi; una volta all’interno di un gioco perverso così, il soggetto passivo che ci si trova dentro, può anche simulare la scelta di partecipare attivamente per cercare di manifestare un minimo di controllo, il che non significa che fosse pienamente consapevole. Credo che Tiziana possa essersi trovata in un corto circuito che potrebbe averla fatta scivolare progressivamente verso i confini di se stessa, e da qui potrebbe non aver più avuto la forza di tornare indietro”.
Cosa può insegnare il caso Cantone?
“Non entrando nel caso specifico di cui aspettiamo la sentenza, in primis quanto può essere rischioso, pericoloso, incontrare un eventuale manipolatore nell’arco della propria vita. E quanto può diventare assolutamente distruttivo il desiderio di essere approvati a tutti i costi e di attrarre l’attenzione su di sé. Insegna anche a non inseguire in maniera morbosa l’approvazione ad ogni costo”.