Ronaldo, parla Bruzzone: “Uomo e sportivo non vanno separati. Ma perplessa su certe accuse”

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Lo scandalo sessuale che ha travolto l’attaccante della Juventus Cristiano Ronaldo, accusato di stupro da Kathryn Mayorga, non si arresta, complice per altro la divulgazione da parte della rivista Der Spiegel di un documento che dimostrerebbe come fra i due vi sia stato un accordo segreto per nascondere i fatti. Fatti che, secondo quanto rivelato dalla donna, si sarebbero verificati il 13 giugno 2009 in una stanza al Palms Hotel di Las Vegas. Il calciatore, che ha negato le accuse, avrebbe offerto alla presunta vittima circa 375.000 dollari, per farle tenere la bocca chiusa. Sulla vicenda però i bubbi sono tanti e soprattutto ci si chiede: Quanto sono credibili denunce di stupro arrivate a distanza di dieci o addirittura venti anni dai presunti reati? Lo Speciale ha parlato della vicenda con la criminologa Roberta Bruzzone.

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Al di là del caso Ronaldo, quanto sono credibili certe denunce arrivate a distanza di così tanti anni dai fatti contestati? Possibile che i presunti danni psicologici si manifestino così in ritardo?

“Il problema principale in questo tipo di vicende è proprio costituito dal grande lasso temporale che intercorre fra la presunta violenza e il momento in cui questa viene segnalata, per giunta non a livello giudiziario ma puramente mediatico. Questo è un altro aspetto che dovrebbe far riflettere, perché quando si rimane vittima di reati ci si rivolge di norma alle procure, non ai giornali. Serve quindi la massima cautela nel giudicare certe vicende, specie quando come in questo caso il soggetto al centro dello scandalo è un personaggio molto appetibile soprattutto dal punto di vista economico. E’ quindi possibile che possa attirare soggetti a vario titolo interessati a lui, o anche ragazze che magari possono essersi sentite trattate diversamente da come avrebbero sperato. Quindi servirebbe davvero molta prudenza e sarebbe necessario in primo luogo non parlarne a livello mediatico. Qualche perplessità sulla veridicità di certe accuse, cui poi a catena si aggiungono quelle di altri soggetti, io francamente la nutro” .

Anche le minacce di nuove denunce non contribuiscono a creare disagio e incertezza, visto che di norma queste non si annunciano ma dovrebbero essere fatte?

“Non solo, ma la cosa grave è che se ne parla soltanto a livello mediatico ed è questo l’aspetto che maggiormente mi spinge ad essere prudente nel giudicare certi fatti. Perché poi, dopo aver riempito paginate di giornali con rivelazioni choc, davanti ai giudici non ci va mai nessuno. Se davvero una persona in vicende delicate come questa ritiene di aver subito un danno, così come ha il coraggio di raccontarlo ai giornalisti, dovrebbe averlo anche nel presentarsi davanti al magistrato. La credibilità delle vittime va quindi approfondita con la massima scrupolosità”.

Se le accuse fossero confermate quanto sarebbe intaccata l’immagine di un campione?

“Pur non potendo fare previsioni di affidabilità sulle accuse della presunta vittima, è evidente che laddove queste possano trovare riscontro la figura dell’accusato ne uscirebbe compromessa sotto ogni punto di vista, anche dal profilo sportivo dove sarebbe necessaria una seria rivalutazione. Non credo si possa separare più di tanto la sfera dell’uomo privato da quella del personaggio sportivo. Ma dubito che si possano trovare riscontri concreti in questo caso”.

Certe denunce tardive e di bubbia credibilità non rischiano di svilire anche la battaglia del movimento Metoo nato sulla scia dello scandalo Weinstein?

“Il movimento Metoo ha avuto sicuramente il merito di sollevare in maniera prepotente una situazione che era in verità da segreto di Pulcinella, visto che non è difficile ipotizzare come in certi ambienti i ricatti di natura sessuale siano molto diffusi. Nell’immaginario collettivo questa cosa francamente era nota a tutti. L’aspetto positivo è che la mobilitazione ha portato all’incriminazione di Weinstein che ora dovrà rispondere alla giustizia delle accuse mosse contro di lui. Tutte queste vicende a ruota intorno ad altri personaggi stranamente sempre molto potenti sotto il profilo economico e della fama, fa sorgere però la necessità oggettiva di analizzarle con maggiore cautela. Se da un lato è molto grave che un soggetto possa sfruttare il suo potere per arrivare anche a compiere ricatti o violenze sessuali, dall’altro è altrettanto grave che qualcuno possa inventarsi un’accusa così pesante per danneggiare un’altra persona e magari ottenere da questa del denaro. In questa fase storica è dunque necessario andare a fondo di ogni singola vicenda e appurare la verità, per punire chi ha effettivamente commesso violenze ma anche chi ha mentito”.

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