Francia. Contro Macron-casta i gilet gialli sono diventati grillini

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La casta mediatica e politica al potere e i guru del liberismo li faranno passare per assistiti, nostalgici dello statalismo che fu, dei prezzi calmierati, dei dazi. Una sorta di popolo rozzo e arcaico che non accetta la modernità e il libero mercato, perché non sa stare sul mercato ed adeguarsi ai tempi. Insomma, una plebe anti-illuminista che ama ancora il Welfare, lo Stato sociale e odia (scandalo) la sana competizione e selezione economica.
Stiamo parlando dei “gilet gialli” anti-Macron, che da giorni scendono in piazza per protestare contro gli aumenti del carburante. Un po’ come hanno fatto in passato, su temi simili (le tasse), i contadini e gli operai bretoni, gli allevatori, gli agricoltori, i produttori di carne suina.
E’ il solito ciclico scontro tra la Francia profonda, rurale, la mai morta Vandea, e la Francia cosmopolita, giacobina, liberal, radical, delle città.
Uno scontro senza mezzi termini, molto frontale e rivoluzionario, che non prevede accordi, solo morti e feriti, che puntualmente ci sono per le strade. Per il momento il governo riformatore non farà marcia indietro e per sabato prossimo, infatti, si prevedono nuove manifestazioni in tutto il Paese.

Cosa si sta muovendo nella realtà? Anche in Francia, rimasta ancorata alle categorie del Novecento (comunisti, socialisti, ambientalisti, gollisti, nazionalisti), sta nascendo la galassia populista? Forse sì.
E non sembra assomigliare molto ai lepenisti transalpini o ai leghisti nostrani. Sia come genesi, sia come comunicazione assomiglia più ai nostri grillini.
Innanzitutto, il movimento dei “gilet gialli” è nato senza un’organizzazione, una struttura. E’ un movimento liquido, spontaneo, come i 5Stelle, frutto della rete, del web.
Poi, sta introducendo violentemente la nuova categoria “alto-basso”, che ormai sostituisce ovunque in Europa “destra contro sinistra”. Alto-basso vuol dire “popoli contro caste”, “identità culturale, politica, religiosa e in questo caso, sociale contro globalismo economico, culturale etc; e infine, vuol dire, “sovranità politica contro economia finanziaria”.

Ecco il punto, i gilet gialli sono cittadini francesi che stanno perdendo la loro identità sociale, culturale e lavorativa. E hanno individuato in Macron (sceso nei sondaggi al 25%), l’uomo del finto rinnovamento, in realtà, l’uomo della casta, responsabile della crisi economica e che offre ricette peggiorative per il popolo.
E ancora (la comunicazione): tra gli slogan in piazza vanno ricordati i cartelli che lo accusano di avere la macchina blu, di aver speso i soldi dei contribuenti per costruirsi la piscina: tutte argomentazioni (anti-sprechi, anti-corruzione, anti-privilegi) molto grilline.
E per concludere, anche i giudizi sui fan di Macron che hanno condannato la reazione anti-aumenti del carburante francese, anche qui, giudizi uguali ai grillini: “Si tratta di borghesi che hanno la metro sotto casa e non usano la macchina per girare e quindi non acquistano il carburante”.
Assomigliano proprio alle frasi di Grillo contro la manifestazione “Si Tav” di Torino, “sono borghesucci con la borsetta?”.

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