Istat, lavoratori con firme al Colle: no Blangiardo presidente. Ma perché?

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Istat. Oggi, dopo oltre un mese di rinvii, è all’ordine del giorno delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, il parere sulla nomina di Gian Carlo Blangiardo alla Presidenza dell’Istituto.

Il caso: firme contro Blangiardo all’Istat

I lavoratori dell’Istat però non lo vogliono e si appellano al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e questa mattina hanno portato al Colle le oltre 2.700 firme raccolte con la petizione lanciata on line dove chiedono di respingere la sua nomina.

I motivi della bocciatura

Tra i firmatari, spiegano i lavoratori, “ci sono professori di statistica ed esponenti autorevoli della comunità accademica, ricercatori dell’Istituto di Statistica Svizzero e dell’Ined, rappresentanti sindacali di sigle diverse del settore della ricerca, lavoratrici e lavoratori, tutti preoccupati dei rischi di una nomina eccessivamente orientata che potrebbe minare l’autorevolezza e l’indipendenza della statistica pubblica”.

Ma quale sarebbe la colpa di Bangiardo? 

Cosa significa che Blangiardo è troppo orientato? Colpa delle sue posizioni conservatrici. Ebbene sì. La democrazia è morta se non verrà accettato un presidente per via del suo sentire personale come se tutti gli altri fossero degli studiosi neutri. La verità è che viene accusato anche della sua vicinanza alla Lega. Anche qui, dov’è lo stupore? Il governo da sempre sceglie e decide per il professionista che reputa il più valido. E poi non conta nulla la sua ottima preparazione? 

La carriera

E’ laureato in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del S.Cuore di Milano e dal 1998 è professore ordinario di demografia dell’Università di Milano Bicocca; è responsabile del settore statistica della Fondazione Ismu (studi sulla multietnicità) e si occupa dei dati del “Rapporto sull’immigrazione”, con le cifre su arrivi e presenze. È anche membro dei comitati scientifici di altri enti e istituzioni: dal 2007 del comitato direttivo del Centro Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Consiglio scientifico del Forum delle associazioni familiari presso la Cei. E forse è proprio questo il problema.

Polemiche

Blangiardo è considerato vicino a Comunione e Liberazione e sulle posizioni rispetto alla libertà delle donne è sempre stato chiaro.

“Il lungo silenzio delle Istituzioni deputate a dare un parere sulla nomina aveva indotto a pensare che fosse in corso una riflessione sulla scelta operata”, ha scritto nei giorni scorsi in un comunicato la Rsu di Roma. “Durante l’audizione del 5 dicembre 2018 presso le commissioni appositamente riunite erano emerse, nel profilo del candidato presidente, diverse criticità che un gruppo di lavoratrici e lavoratori ha evidenziato in un documento inviato ai parlamentari” e “sorprende come questa calendarizzazione giunga in coincidenza con l’intesa annunciata sul nome del prossimo presidente della Consob, che per molti articoli di stampa è da collegarsi con quella del presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica”.

In un articolo pubblicato su Avvenire nel 2013 Blangiardo aveva proposto di calcolare l’aspettativa di vita a partire dal concepimento, equiparando di fatto le interruzioni di gravidanza alla mortalità infantile: «Una diversa elaborazione dei dati sulla sopravvivenza, giustamente orientata ad accogliere il principio che la vita abbia inizio con il concepimento, aiuterebbe a interpretare le dinamiche in atto con doveroso realismo», scrisse. Apriti cielo.

Temi che gli vengono (non apertamente) contestati ma che sono la sua colpa

E ci mancava la sua vicinanza a ‘Scienze e Vita’, associazione con posizioni anti-abortiste che riunisce scienziati, professionisti e intellettuali cattolici che, tra le altre cose, al referendum del 2005 si schierarono contro la procreazione medicalmente assistita. Tanto basta ad accusarlo di “pensiero illecito”? Ma che siamo in dittatura?

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