Torna in campo Matteo Renzi e lo fa mettendosi di traverso al Ddl Zan contro l’omofobia. Annuncia che, in caso di voto segreto al Senato, potrebbero mancare i numeri per approvare la proposta di legge e annuncia emendamenti per cancellare ogni riferimento all’identità di genere, e per tutelare la libertà di opinione come richiesto dal Vaticano. Una doccia fredda per Pd-M5S e Leu che temono un nuovo “trappolone” da parte dell’ex premier. Ma cosa nasconde questa iniziativa renziana? Il tentativo di rimettere in gioco il Ddl Scalfarotto o diverse operazioni politiche? Lo abbiamo chiesto alla giornalista e politologa Chiara Geloni che è molto vicina a Pierluigi Bersani ed è stata in passato direttrice di Youdem.
Renzi dichiara guerra al Ddl Zan. Cosa vuole ottenere?
“Renzi punta innanzitutto a mantenere un ruolo politico. I giornali di oggi guarda caso sono pieni di interviste a dirigenti di Italia Viva. Da quando non fa più l’opposizione interna al Conte-2 disseminando ogni giorno una trappola, Renzi non è più sulla cresta dell’onda e ha quindi bisogno di un rinnovato protagonismo”.
Soltanto desiderio di visibilità?
“No, assolutamente, c’è ovviamente anche dell’altro. Lui sa benissimo che sui temi del Ddl Zan incontra forti resistenze dentro il suo partito. Quando dichiara che al Senato non ci sono i numeri per approvarlo, lo dice sapendo perfettamente che a mancare saranno i voti dei suoi parlamentari. Del resto sta facendo quello che ha già fatto in occasione dell’approvazione della legge sulle unioni civili. La cosa più spiacevole di questa vicenda è che, ancora una volta, sta usando una legge sulle unioni civili per un’operazione prettamente politica. Del resto basta leggere l’intervista che ha rilasciato a Repubblica per averne conferma. E’ arrivato a sostenere che il suo obiettivo è tentare una mediazione per fare in modo che anche Salvini possa votare la legge e favorire così in Italia la formazione di una destra di tipo merkeliano. Sta tentando in pratica la stessa operazione che fu messa in atto sulla legge Cirinnà e che portò all’ingresso nella sua maggioranza di governo della destra di Verdini. Sta puntando ad accreditarsi altri pezzi di destra”.
Sta dicendo che Renzi sta tentando la strada di un’alleanza elettorale e politica con Salvini?
“Di sicuro ha capito che a sinistra per lui di spazi ne sono rimasti molto pochi. Ma non credo che il suo sguardo ora sia rivolto alle elezioni del 2023. Penso invece che stia lavorando sull’elezione del prossimo Presidente della Repubblica creando le condizioni affinché possa trovarsi nel ruolo di colui che dà le carte e possa fungere da ago della bilancia, in qualunque scenario potrà venirsi a creare”.
Non crede quindi ad un inciucio politico con Salvini per bloccare l’asse Pd-M5S-Leu?
“Come detto prima di tutto c’è l’elezione del Capo dello Stato. Poi da lì tutto potrà accadere, non escluderei nulla. Tuttavia non sarei così sicura che la destra possa essere disposta a fare un’alleanza con Italia Viva. Sinceramente la vedo difficile”.
Forse Renzi punta ad occupare lo spazio di Forza Italia accreditandosi come erede di Silvio Berlusconi?
“Gli piacerebbe sicuramente, considerando che Forza Italia in passato raggiungeva pure il 30%. Non penso proprio che Italia Viva potrà sperare di arrivare a certi livelli. Renzi tenta di mettere in campo operazioni centriste che di volta in volta possano consentirgli di ottenere rendite di posizione, dare le carte, determinare le scelte. Con i numeri che ha può tentare di fare soltanto questo. Vedremo quello che riuscirà a combinare sul Quirinale . Per quanto riguarda le elezioni tutto dipenderà dal tipo di legge elettorale con cui si andrà a votare”.
Intanto alle amministrative Italia Viva è in competizione con il Pd quasi ovunque. Anche questo non è forse un segnale di come Renzi preferisca sempre di più Salvini a Letta?
“Italia Viva quando riesce ad essere protagonista e ad imporre propri candidati fa parte della coalizione di centrosinistra, come avvenuto a Bologna dove però la sua candidata è stata sconfitta alle primarie. Quando non si sente invece al centro dei giochi allora fa altre scelte, decide di correre da sola, di allearsi con altre formazioni centriste o addirittura di sostenere i candidati della destra”.
A Roma Italia Viva sosterrà Carlo Calenda con un centrosinistra disperso in mille rivoli considerando che c’è anche la Raggi a correre da sola. Nella Capitale si preferisce perdere facile?
“Calenda toglierà voti al centrosinistra mettendo a rischio la possibilità per Gualtieri di arrivare al ballottaggio. Se ciò avverrà non ci saranno speranze, perché se non ci sarà Gualtieri, al secondo turno vincerà il candidato della destra. Questo sarà il risultato che produrranno tutti i protagonismi che hanno prevalso a Roma. L’ultima speranza sta negli elettori, mi auguro che alla fine comprendano la vera posta in gioco e ragionino con la propria testa, rendendosi perfettamente conto che se non si vuole consegnare Roma alla destra l’unico modo per impedirlo è puntare su Gualtieri”.