Le scene di guerra che sfilano sugli schermi dei telefonini, dei tablet e delle tv rimandano a un mondo novecentesco, fatto di carri armati, esplosioni, incursioni aeree. È una realtà nella quale il vecchio Putin si trova perfettamente a suo agio e di fronte alla quale l’Occidente, “ammorbidito” da 70 anni di pace continua, sembra a non sapere come rispondere.
Ma attenzione a dare per vinte Europa e Stati Uniti, che si apprestano a scatenare una reazione in pieno stile “rivincita dei nerd”; poco muscolare ma dolorosissima, perché colpirà pesantemente le già malandate finanze russe.
Il G7 potrebbe infatti approvare nei prossimi giorni pesanti sanzioni alle principali banche statali, come Sberbank, VTB e Gazprombank, che da sole valgono oltre il 55% delle attività bancarie del paese.
Se queste venissero colpite potremmo assistere al solito triste spettacolo della corsa agli sportelli, cui seguirebbe una forte riduzione del credito e quindi un crollo del Pil nel 2022. Inoltre le aziende straniere che operano in Russia dovrebbero trovare altre banche per condurre le loro attività o scegliere di ritirarsi dal Paese.
Ma le brutte notizie per l’economia hanno in realtà cominciato ad arrivare già con l’ingresso dei primi mezzi blindati nel territorio ucraino: ieri la Borsa di Mosca ha subito il crollo peggiore della sua storia; il Moex Russia Index, denominato in rubli, ha perso in apertura il 45,22% a 1.689 punti, mentre l’indice Rts, denominato in dollari, è riuscito a perdere il 49,92% a 614 punti. Conseguenza quasi ovvia, il rublo ha perso quasi il 6,5% contro il dollaro, toccando i minimi dal 2016.
La Banca centrale russa si è affrettata a calmare i mercati annunciando l’avvio di non meglio precisati “interventi” sul mercato dei cambi per “stabilizzare la situazione” dopo la caduta del rublo, ma non è stata in grado di spiegare cosa intende effettivamente fare.
Di sicuro Putin spera di approfittare dell’ennesimo rialzo del prezzo del gas e del petrolio (le cui quotazioni hanno ormai superato i cento dollari al barile), ma le sanzioni occidentali contro la Russia potrebbero colpire proprio le sue esportazioni energetiche, arricchendo semmai gli altri paesi produttori del Golfo e magari proprio l’Iran, se gli Stati Uniti si decideranno a ritirare le sanzioni contro Teheran. Di sicuro la decisione della Germania – tardiva ma apprezzata – di bloccare la messa in funzione del gasdotto Nordstream 2 ha chiarito a Mosca che se l’Occidente non ha intenzione di rischiare le vite dei suoi soldati per salvare quelle dei civili ucraini è però disposta a pagare un prezzo salato pur di costringere i russi a tornare a più miti consigli.
Di sicuro una risposta forte di Bruxelles non sarà indolore: l’Eurozona dipende dal gas russo per il 40% del suo fabbisogno e l’aumento dei prezzi visto in questi giorni potrebbe diventare drammatico, “bruciando” i salari e costringendo la BCE a rinviare al 2023 la fine degli acquisti di titoli di stato decisa lo scorso anno per sostenere i paesi colpiti dalla pandemia.
Insomma, di fronte alle truppe molto tradizionali messe in campo dallo Zar Vladimir l’Occidente reagisce con le armi virtuali dell’alta finanza; è presto per dire chi vincerà, ma di certo da questo conflitto dipenderà il modo di contenere le tensioni geopolitiche nel XXI secolo.
“l’Occidente, “ammorbidito” da 70 anni di pace continua, sembra a non sapere come rispondere.”
Ma dove stavi quando gli USA hanno fatto scoppiare la guerra in jugoslavia?? Stavi a fumarti uno spinello in california?
ma vai a cagher te e le tue stronzate