A meno di un mese dalle elezioni politiche è nato il primo governo della diciannovesima legislatura e, fatto storico per il nostro paese, il primo governo guidato da una donna: Giorgia Meloni.
Alla nascita di un nuovo governo come sempre si rincorrono dichiarazioni, polemiche e considerazioni di vario genere. Dipende dalle posizioni politiche naturalmente.
Ma come la pensano in Francia?
Il presidente Emmanuel Macron, presente a Roma per l’incontro interreligioso “Il grido della pace”, organizzato da Sant’ Egidio, ha subito dichiarato di essere pronto a lavorare con la premier italiana.
I giornali francesi naturalmente commentano la nascita del nuovo esecutivo in un paese così importante sia per i rapporti stretti tra i due stati sia per l’Europa. La maggior parte dei quotidiani d’Oltralpe insistono sull’ammirazione di Giorgia Meloni per Mussolini, di come abbia integrato un partito neofascista all’età di 15 anni. ” La 45enne romana è riuscita a “sdemonizzare” il suo partito per arrivare al potere esattamente un secolo dopo il dittatore fascista Benito Mussolini, di cui era una fan.”
I commenti non sono certo benevoli. Ritorno al Fascismo, ritorno al passato, governo contro aborto, matrimonio gay, contro l’Unione Europea. E’ definita anche come una cristiana conservatrice e attivista per i diritti anti-LGBT e il suo motto è “Dio, Patria, Famiglia”.
Si insiste anche sulla scelta di alcune cariche istituzionali assegnate per l’inizio di questa legislatura come quella di Ignazio La Russa, Presidente del Senato, “collezionista di ricordi fascisti” perchè già suo padre era di estrema destra e il suo secondo nome è Benito, come il duce. Come Lorenzo Fontana, Presidente della Camera, un “ultra cattolico pro Putin” la cui bacheca Facebook é riempita di immagini di santi. “Questo devoto cattolico nel 2014 ha denunciato le sanzioni dell’Unione Europea contro Mosca in seguito all’annessione della Crimea e ha definito la Russia del presidente Vladimir Putin una società “modello”.
Nonostante ciò vengono anche fatti nomi di ministri “pro Draghi” o “pro Europa” nominati per non procurarsi fastidi e/o problemi dell’Unione Europea. Si parla quindi di Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti. “La lista dei ministri riflette il suo desiderio di rassicurare i partner di Roma”; “A livello diplomatico, la scelta di Antonio Tajani, un europeista, può sembrare sorprendente in questo governo fortemente euroscettico”.
Ha fatto notizia la posizione di Silvio Berlusconi, alleato di Giorgia Meloni, in relazione alla guerra in Ucraina. Scandaloso che abbia “rinnovato” i rapporti con Putin e che abbia detto che la guerra è colpa dell’Ucraina. In contrasto con la posizione del Presidente del Consiglio.
Per i quotidiani francesi la missione della Premier sarà molto ardua, perchè prende le redini di un paese con un enorme debito economico, in un periodo storico non facile. Poca fiducia per il futuro politico del Bel Paese guidato per la prima volta da una donna: “Stretta tra il martello degli “alleati” e l’incudine di Bruxelles e dei mercati, Giorgia Meloni appare già sul filo del rasoio, quasi una tradizione in un Paese noto per la sua cronica instabilità di governo.” “Il compito sarà difficile, soprattutto perché dovrà garantire l’unità della sua coalizione, che già mostra delle crepe.”
Sofia Barilari