/

Bullismo, la maggioranza dei minori l’ha sperimentato

3 minuti di lettura
bullismo

Il dato è preoccupante. I minori vittime di bullismo nella vita reale o che qualche volta abbiano subito prepotenze sono il 54% contro il 44% del 2020. Quanto al cyberbullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Dunque, le chiusure dovute alla pandemia hanno aumentato considerevolmente sia gli episodi di sopraffazione fisica sia quelli in internet tra i minori in Italia. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale: nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche e psicologiche. Nel caso del cyberbullismo, invece, il 14% ha subito scherzi o telefonate mute, l’11% ha ricevuto insulti tramite messaggi istantanei, il 10% tramite Sms, il 3% tramite foto o video e, addirittura, il 2% ha ricevuto minacce.

Il 34% dei minori che hanno partecipato allo studio conosce qualcuno che è stato vittima di prepotenze. Il 10% ammette di aver preso parte a episodi di prepotenza, il 6% ha usato foto o video per offendere altre persone. Il 53% (+15% rispetto al 2020) dice di prendere abitualmente in giro uno o più amici, ma che lui (o loro sanno) che lo fa per scherzare. Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica gli insulti per l’aspetto fisico. Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Sono alcuni dei dati salienti dell’indagine «Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web», realizzata dal Movimento Italiano Genitori in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei minori con il web e i vari dispositivi elettronici intervistando 1144 minori dai 6 ai 18 anni. I social più utilizzati sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo. Il 69% afferma di usare spesso o sempre la vera identità e il 30% accetta spesso o sempre anche amicizie da estranei. Ancora più grave è il fatto che il 15% che abbia dato il proprio numero di cellulare a estranei conosciuti online e il 6% abbia, addirittura, scambiato foto personali con loro.

Nell’indagine di quest’anno sul rapporto dei minori con il web, è stato inserito un capitolo espressamente dedicato a Onlyfans, il famoso portale di intrattenimento tramite abbonamento. Nonostante sia vietata l’iscrizione ai minori di 18 anni, il 3% degli intervistati ammette di avere un profilo personale, percentuale analoga viene rilevata anche nella fascia d’età 11-14 anni, mentre e l’1% degli intervistati ha condiviso online materiali. Il 21% dichiara di visualizzare sempre o spesso contenuti per adulti, mentre alla domanda se, in caso di navigazione su siti vietati, sia stato chiesto loro di essere maggiorenne prima di consentire l’accesso, l’83% ha risposto di no.

Comportamenti incauti, ma anche forti responsabilità da parte dei social, che portano a valutare in modo superficiale i rischi che corrono bambini e adolescenti. Per questo, Il Movimento italiano genitori con Polizia di Stato, Associazione nazionale comuni italiani, Un nodo blu del ministero dell’Istruzione, Coni e Fondazione Cariplo porterà per il 2023 nelle scuole la campagna “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale”, per rendere gli studenti più consapevoli dei rischi di internet, responsabilizzare e stimolare docenti e genitori ad avere un ruolo di guida e controllo più attivo. Saranno coinvolte 300 scuole, circa 75mila alunni, oltre 2000 docenti e 150mila genitori sul territorio nazionale. Alcuni istituti saranno raggiunti dal Centro mobile di sostegno e supporto per le vittime di bullismo e cyberbullismo, l’ufficio itinerante del Moige che assicura un aiuto concreto e immediato alle vittime e alle loro famiglie. L’attività rientra nella Campagna nazionale di prevenzione contro il bullismo e il cyberbullismo con la quale negli ultimi sei anni sono stati informati e formati circa 800mila genitori, 40mila studenti e 12mila docenti sulle tematiche del bullismo, fisico e virtuale, e della cittadinanza digitale.

«Come genitori siamo preoccupati perché i dati dell’indagine confermano il vissuto quotidiano delle mamme e dei papà, in merito alle preoccupazioni dell’uso della rete – dice Antonio Affinita, direttore generale Moige – purtroppo i social fanno presa sui nostri figli nel delicato periodo dell’adolescenza offrendo accanto a momenti di condivisione anche sempre più spesso situazioni di disagio e pericolo, con inadeguati strumenti di tutela. Con il nostro progetto “Giovani ambasciatori” puntiamo come primi educatori a fare rete con le agenzie educative come le scuole, le associazioni sportive e il mondo del volontariato per fare fronte a questa emergenza sociale dei minori che sentiamo tutti nostri figli».

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

Sanremo, Fiorello con Viva Rai2! al termine di ogni puntata

Articolo successivo

Atti osceni: dalla proposta Cirielli al ritorno del buon costume

0  0,00