Dopo il sabato antifascista a Firenze, è stata la volta del sabato arcobaleno a Milano.
La sinistra si è raccolta nel capoluogo lombardo rispondendo alla chiamata delle famiglie omogenitoriali, per protestare contro la circolare della Prefettura che ha imposto al Comune di Milano lo stop alle trascrizioni delle adozioni dei figli di coppie arcobaleno all’anagrafe comunale. Ma non perché una mattina il prefetto si è svegliato e ha deciso di dichiarare guerra ai diritti Lgbt, o ha ricevuto ordini precisi dal Viminale o da Palazzo Chigi, ma in virtù di una specifica sentenza della Corte di Cassazione che conferma l’assoluta nullità giuridica delle trascrizioni.
La circolare prefettizia infatti recita: “Alla luce del divieto per le coppie composte da soggetti dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, il solo genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita che viene formato in Italia. Parimenti esclusa è la trascrizione di atti di nascita formati all’estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata, attestanti il riconoscimento di filiazione nei confronti del genitore d’intenzione, privo di legame biologico col minore”. Pertanto se un soggetto estraneo al minore vuole diventare genitore del figlio biologico del partner, deve rivolgersi ad un giudice ricorrendo all’istituto dell’adozione in casi particolari.
Il prefetto di Milano quindi non ha fatto altro che richiamare il Comune al rispetto della legge. Ma tanto è bastato per far esplodere la protesta del mondo Lgbt che ha chiamato tutti a raccolta sabato scorso. In prima linea c’era la segretaria del Pd Elly Schlein insieme al deputato dem Alessandro Zan, promotore nella passata legislatura della legge contro l’omofobia che è stata però affossata in Parlamento.
Non c’era invece il leader del Movimento 5Stelle Giuseppe Conte e a rappresentare l’ex mondo grillino è arrivata l’ex sindaco di Torino Chiara Appendino, visto che anche lei aveva aperto la strada alla trascrizione delle adozioni. L’assenza di Conte non è passata inosservata e molti si sono chiesti come mai, dopo essere stato in piazza a Firenze, abbia scelto di disertare la piazza di Milano. Probabilmente lo ha fatto per mandare un messaggio al mondo cattolico, visto che come abbiamo scritto nei giorni scorsi punterebbe a catalizzare il consenso dei cattolici progressisti e di sinistra, ora che la Schlein sta spostando il Pd su posizioni ultra laiciste e libertarie. E poiché con la sua opposizione alla guerra e all’invio di armi all’Ucraina Conte ha riscosso discreti consensi da parte di diverse organizzazioni cattoliche impegnate sul fronte della pace e del disarmo, il capo dei 5Stelle punterebbe ora a differenziarsi dal Pd anche sui temi eticamente sensibili, per non mostrarsi eccessivamente appiattito sulle posizioni del mondo Lgbt, come lo è invece la Schlein.
Ma tornando alla manifestazione, che ha visto anche la partecipazione del sindaco di Milano Beppe Sala, dell’ex parlamentare comunista Vladimir Luxuria e dell’ex compagna di Silvio Berlusconi Francesca Pascale, per quanto i giornali l’abbiano descritta come molto partecipata, straordinariamente colorata, piena di coppie omogenitoriali con bambini al seguito felici di avere due mamme e due papà, altro non è stata che l’ennesima passerella propagandistica.
E infatti si sono ascoltati tanti bei discorsi da parte della Schlein e degli altri politici presenti, Pd, Sinistra Italiana, Verdi, + Europa e 5Stelle, tanti interessanti e mirabolanti annunci, ma alla fine utili soltanto a guadagnare titoli e foto sui giornali. Perché per il resto si è trattato di una manifestazione assolutamente inutile, al di là del ritorno sulla scena di un Zan pronto ad affilare nuovamente le armi dopo la batosta subita con la bocciatura della sua precedente legge sull’omotransfobia.
Infatti, come detto, le trascrizioni dei Comuni erano atti puramente simbolici, tutt’al più validi a livello esclusivamente comunale, ma del tutto irrilevanti dal punto di vista giuridico. Perché, la trascrizione delle adozioni da parte delle coppie omogenitoriali non può essere automatica ma deve passare per un tribunale e deve essere autorizzata da un giudice in casi particolari. E questo perché le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono ammesse soltanto per le coppie eterosessuali, mentre è illegale in Italia il ricorso alla pratica dell’utero in affitto, che il linguaggio politicamente corretto nel tentativo di attenuarne l’orrore, ha ribattezzato con il termine di maternità surrogata.
Quindi si sta parlando di una manifestazione in difesa di atti assolutamente irrilevanti sul piano giuridico, che sono serviti soltanto ai sindaci come Sala, Lepore o Appendino (che però non è stata rieletta) per ottenere gli applausi e i consensi delle lobby Lgbt.
E c’è anche da dire che la passerrella di sabato non servirà nemmeno a cambiare la situazione. Perché, andare in piazza non serve a nulla se poi non si è in grado di modificare le norme a livello politico, ovvero con il voto del Parlamento. Si dirà che sarà difficile farlo oggi che la maggioranza è di centrodestra, ma va detto che il centrosinistra non c’è riuscito neanche quando aveva i numeri. Il massimo che è riuscito ad ottenere è stata la Legge Cirinnà sulle unioni civili che però ha tenuto fuori proprio la patata bollente delle adozioni per le coppie gay.
Quindi se Elly Schlein vorrà davvero cambiare le cose dovrà prima vincere le elezioni, assicurarsi una solida maggioranza parlamentare e poi procedere in tal senso, senza urlare nelle piazze per difendere un diritto inesistente che proprio perché tale nessuno ha negato. Fino a quando l’utero in affitto sarà considerato illegale, qualsiasi coppia omogenitoriale che andrà all’estero per aggirare il divieto italiano, non potrà ottenere alcun riconoscimento giuridico in Italia perché equivarrebbe a legittimare un reato, e nessuna trascrizione da parte dei Comuni potrà rendere quella coppia titolare di diritti non riconosciuti. E sorprende che alcuni sindaci, Sala su tutti, si prestino a questi trucchi ideologici, al solo scopo come detto di avere attenzione mediatica e applausi dal mondo arcobaleno.
Spesso sono stati i giudici a legittimare certe situazioni approfittando dei vuoti parlamentari, ma per quanto spesso la magistratura si sia resa responsabile di decisioni “estemporanee” va però detto che non può mai legittimare comportamenti illegali. E quindi la stessa Cassazione non ha potuto far altro che sancire il divieto delle trascrizioni da parte dei Comuni.
E’ forse arrivato il momento di aprire gli occhi e soprattutto di spuntare le armi alla propaganda ideologica che ancora una volta, complice il concorso dei media, sta cercando di far passare il messaggio che la destra al governo sta togliendo diritti alle coppie Lgbt. Non si sta togliendo nulla a nessuno, è stata fatta soltanto chiarezza su una confusione giuridica creata dai Comuni, e soprattutto è stato riaffermato ciò che è lecito e ciò che non lo è. E sorprende che pur di nascondere la realtà si stia cercando di “spacciare” (rampellianamente parlando) la vicenda dello stop alle trascrizioni delle adozioni come un attacco ai bambini. In realtà l’ordinamento italiano vuole proprio evitare che i bambini siano trasformati in merce, prodotti da acquistare al supermercato dell’utero in affitto al solo scopo di soddisfare un desiderio impossibile in natura. E questo al di là dei bambini mostrati dai tg sul divano di casa mentre giocano con le due mamme e presentati come i figli più felici del mondo. Ma anche questo modo di fare informazione, non è uno sfruttamento del minore a scopo propagandistico?