Scoppia il caso Sgarbi a Sutri, FdI non lo vuole e lui si appella alla Meloni

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Nelle elezioni amministrative, specie nei comuni sotto i 15mila abitanti, capita molto spesso di assistere ad operazioni di trasversalismo politico, che possono anche portare ad alleanze inedite, anche surreali. Si chiama “civismo politico” ed è da sempre il comodo alibi sotto cui nascondere, in nome degli interessi superiori della comunità, le rispettive appartenenze politiche; con pezzi di centrodestra alleati con pezzi di centrosinistra e scontri fra sindaci appartenenti politicamente alla stessa coalizione.

Quindi non ci sarebbe da meravigliarsi se anche a Sutri, noto comune della Provincia di Viterbo, alle prossime amministrative si verificherà un simile scenario. Non ci sarebbe da meravigliarsi se non fosse che il sindaco di Sutri si chiama Vittorio Sgarbi ed è l’attuale sottosegretario alla Cultura del governo Meloni che vuole ricandidarsi per un secondo mandato ma avendo contro buona parte del centrodestra.

Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno infatti deciso di sostenere un altro candidato sindaco scelto nella persona del consigliere comunale Matteo Amori espressione del principale partito di governo. Il bello è che Sgarbi, nell’annunciare la volontà di ricandidarsi, ha dichiarato di correre con il sostegno del centrodestra, compreso Fratelli d’Italia, garantendo pure che darà tanto ai forzisti che ai meloniani e ai leghisti due assessori a testa che dovranno però svolgere il mandato a titolo gratuito. Peccato però che a smentirlo sia sceso in campo  il responsabile regionale del partito di Giorgia Meloni, Francesco Trancassini, il quale ha chiarito: “È Amori il nostro candidato sindaco a Sutri, a breve lo andrò a presentare e sostenere di persona nella sua bellissima città”.

Un passo indietro: cinque anni fa Sgarbi fu eletto a capo di una lista di centrodestra, ma durante la legislatura con alcuni consiglieri della maggioranza (ad iniziare dallo stesso Amori) sono sorti dei contrasti molto forti. Così il critico d’arte ha sostituito parte della sua giunta accordandosi con i consiglieri dell’opposizione e nominando suo vice il candidato sindaco della lista di centrosinistra che lo aveva sfidato. Da qui la spaccatura che ha portato oggi Forza Italia e Fratelli d’Italia a candidarsi contro il sindaco uscente, che sarà invece sostenuto dalla Lega, dagli stessi pezzi del centrosinistra che sono entrati in maggioranza con il ribaltone, e anche da esponenti vicini a Forza Italia e Fratelli d’Italia che però risulterebbero di fatto sconfessati dai vertici regionali e quindi candidati a titolo personale.

Ma può un sottosegretario candidarsi sindaco in un Comune avendo contro il principale partito del governo di cui fa parte? Che addirittura gli nega la fiducia pubblicamente, ovvero con tanto di pubbliche dichiarazioni del responsabile regionale? Dichiarando di preferire un politico locale ad un sottosegretario che in quanto tale gode della fiducia della premier che è anche leader di Fratelli d’Italia? Sembra che Sgarbi non l’abbia presa affatto bene e si sia lamentato direttamente con Giorgia Meloni.

“Non intendo misurarmi con vecchi democristiani e fascisti che mi sono stati di ostacolo – ha detto Sgarbi con riferimento agli esponenti di FdI e Fi che sono usciti dalla sua maggioranza e che oggi hanno formato un’altra lista – L’ho detto alla Meloni. La città di Sutri durante il mio mandato di sindaco ha conosciuto momenti felici e un universale riconoscimento in Italia e nel mondo. Le risposte dei cittadini sono state di grande considerazione per l’attività esclusiva del sindaco, con rari collaboratori, e di modesta partecipazione imprenditoriale e commerciale”.

Poi aggiunge: “Io ho svolto tra mille difficoltà il ruolo di sindaco, come quello di padre e di madre, trovando sostegno in persone gentili e generose, e ostacoli soltanto in vecchi democristiani e fascisti con i quali non intendo misurarmi. Come membro del governo ho espresso questa mia posizione anche al Presidente del Consiglio, con la quale ho inaugurato una strada a Giorgio Almirante. Nessuno più della Meloni – conclude Sgarbi – deve restare lontano dal fascismo, come ha dimostrato finora, e non dovrà essere ingannata a Sutri. Io farò quello che mi chiede il Governo”.

E così Sutri è finito sul tavolo del Presidente del Consiglio che ora sarà interessante capire come si muoverà? Lascerà liberi i suoi rappresentanti locali di candidarsi contro il suo sottosegretario? Interverrà per ricondurre tutto il centrodestra sotto l’egida sgarbiana? O sarà Sgarbi a ritirarsi magari su imput della stessa Meloni?

Una cosa è certa; un sottosegretario di governo che si candida sindaco in un comune avendo contro il partito della sua premier e praticamente più della metà della compagine che compone la maggioranza di governo, è un fatto anomalo, anche se avviene in un piccolo comune come Sutri, che grazie proprio all’azione di Sgarbi ha però conosciuto un periodo di profonda crescita culturale, diventando il centro di diverse attività che hanno avuto ampia eco nazionale.

A ciò si aggiunga che in questi giorni l’operato di Sgarbi è stato messo in discussione pure come assessore alla bellezza del Comune di Viterbo dove è stato accusato di assenteismo. E indovinate un po’ da quale partito sono piovute le accuse? Sempre da Fratelli d’Italia che anche a Viterbo sta all’opposizione della giunta comunale di cui l’esponente di governo fa parte. Eh sì, forse è proprio il caso che ci metta mano la Meloni.

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