Convention di Fi. Silvio condannato a cavalcare il suo partito. La malattia e l’immagine

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Non c’è comunicazione giornalistica e bollettini medici che non dicano le stesse cose: Silvio Berlusconi sarebbe prossimo alle dimissioni.

Il presidente di Forza Italia, secondo quanto trapela da fonti vicine al Cav, potrebbe uscire dall’ospedale nelle prossime 24/48 ore. In tempo dunque per partecipare, da remoto, alla convention del partito in programma oggi. Il suo intervento è stato in ogni caso messo in scaletta. E forse di questo si sta parlando nella sua stanza al San Raffaele dove sono presenti tutti i figli tranne Luigi, il fratello, oltre a Fedele Confalonieri, che da un mese a questa parte ha fatto visita all’amico quasi tutti i giorni.

Sta di fatto che, narrazione politica azzurra a parte, i numeri della sua degenza parlano chiaro: l’ex premier è ricoverato dal cinque aprile scorso per un’infezione polmonare contratta nel quadro di una leucemia mielomonocitica . Al 28esimo giorno di degenza, ha trascorso una notte tranquilla nel reparto ordinario, dove è stato trasferito oltre due settimane fa dalla terapia intensiva. Nell’ultimo bollettino diffuso dall’ospedale la settimana scorsa, i professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri, primari rispettivamente di rianimazione cardiotoracica e oncologia ematica, parlano di una “ottimale e convincente ripresa delle funzionalità d’organo”.
Parole rassicuranti ascoltate meccanicamente, quasi a rassicurare gli italiani non anti-Silvio, gli elettori di centro-destra e i militanti forzisti preoccupati.

Ma qual è la verità? E’ del tutto evidente che l’uomo non stia bene, anche data l’età. Ma ciò che più conta (e indigna) è la sua gestione pubblica.
Nessuno che abbia compassione, comprensione per il suo stato di salute, dall’attenzione morbosa dei media, agli interessi concreti dei suoi collaboratori.
Come dire che il personaggio trascende la persona, il corpo mistico vince sul corpo fisico.

Bisogna solo vedere se il diretto interessato è consapevole, cosciente e d’accordo. Chi lo conosce sa che Silvio è un combattente e che il suo ossigeno sono l’azione, la presenza, il protagonismo. E se si priva di tali spinte regredisce pure come malato.

Ma quando è troppo è troppo. Oggi ci sarà la convention di Fi e i suoi capi pretendono un suo segno, una sua parola, sicuramente da remoto, tanto per dimostrare di esserci e di continuare a rappresentare il Dna azzurro.
Questo è il tema: Fi senza il Cavaliere muore, non ha più senso. Solo lui è in grado di esercitare quel carisma capace di federare ogni anima del partito, dai conservatori ai laicisti.
Per questo la sua corte non ha pietà. Vuole sfruttarlo fino alla fine, spolpargli fino all’ultimo lembo di vita. Ne va della carriera dei suoi parlamentari e dirigenti.
Ma dove sta Silvio? Nella realtà virtuale, nell’immagine a cui lui tiene tanto, o nella realtà di un ottantaseienne al tramonto che ha diritto a vivere con dignità i suoi ultimi anni?

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