Comunali, i ballottaggi visti dal Terzo Polo

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Il Terzo Polo in queste elezioni amministrative può sicuramente consolarsi per il fallimento dell’alleanza fra Pd e Movimento 5Stelle, che laddove è stata realizzata non soltanto non ha portato i frutti sperati, ma come accaduto a Brindisi ha addirittura favorito la vittoria del centrodestra spaccando il fronte del centrosinistra. Carlo Calenda esulta e accusa il Pd della Schlein di aver rafforzato la destra, abbandonando la strada del riformismo per abbracciare posizioni radicali e populiste. E a guardare i risultati di queste amministrative ha certamente ragione, visto che il centrosinistra ha vinto dove ha mantenuto un profilo moderato prediligendo l’alleanza con i centristi (emblematico il caso di Vicenza dove il neo sindaco non ha voluto la segretaria dem in città a sostenerlo per paura di perdere i voti).

Il Terzo polo è andato al ballottaggio con un proprio candidato a Siracusa contro quello del centrodestra sconfiggendo l’alleanza Pd-M5S,iha vinto a Brescia e a Vicenza in alleanza con i dem e a Catania con il candidato sindaco di Fratelli d’Italia. Continua dunque la politica dei due forni, che però sta creando più di qualche problema sui territori a causa delle divergenze fra chi guarda con più favore in una direzione, chi in un’altra. 

Matteo Renzi e Carlo Calenda continuano a non fidarsi l’uno dell’altro ma sono costretti a cercare l’unità alle prossime elezioni europee, come è avvenuto alle elezioni politiche, perché soltanto sommando le rispettive debolezze possono provare ad essere una forza superando la fatidica soglia del 10%. Ma stando ai sondaggi l’obiettivo resta lontano e per il momento appare difficile la possibilità di allargare il perimetro ad altre forze moderate, visto che Forza Italia grazie all’azione di governo si sta rafforzando e ha conquistato posizioni anche in queste amministrative. 

Negli ultimi tempi il progetto del partito unico fra Iv e Azione ha subito uno stop a causa dell’eterna speranza di Renzi di “occupare” Forza Italia di fronte alle sempre più oggettive difficoltà di Silvio Berlusconi di guidare il partito. Un Berlusconi che, consapevole dei suoi limiti, lascerebbe volentieri il partito nelle mani dell’ex sindaco di Firenze, e ciò è anche dimostrato dal corteggiamento degli ultimi giorni ribadito a giornali unificati. Un corteggiamento però che nell’ottica degli azzurri dovrebbe comportare un’adesione di Italia Viva al centrodestra, strada al momento impraticabile, come impraticabile è la possibilità che da Forza Italia possano spostarsi pezzi in direzione del Terzo polo (molto più probabile invece che possa essere il partito berlusconiano ad attrarre delusi renziani e calendiani). Renzi infatti non può permettersi di strizzare troppo l’occhio palesemente in direzione del centrodestra per non perdere l’ala del suo partito che continua a guardare a sinistra, incarnata da Ettore Rosato e Ivan Scalfarotto.

Per adesso il Terzo polo continua ad essere un “centrino” dove due partiti giocano a farsi gli sgambetti e dove uno, Italia Viva, ha puntato pure ad indebolire l’altro portandogli via parlamentari e pezzi importanti di classe dirigente.

Azione dal canto suo è una polveriera, divisa al proprio interno fra ex berlusconiani che strizzano l’occhio alla casa madre, cioè il centrodestra, ed ex dem che invece non vogliono accordi con la coalizione di governo. Una situazione che ha creato forti dissidi sul territorio, come in Piemonte per esempio, dove gli ex forzisti Enrico Costa e Osvaldo Napoli puntano ad un’alleanza con il governatore di centrodestra Alfredo Cirio alle prossime elezioni regionali, contro i cosiddetti autonomisti che vogliono invece correre con un proprio candidato.

Renzi e Calenda sembrano decisi a raggiungere una tregua, mantenendo l’unità dei gruppi parlamentari e lavorando per presentarsi uniti alle europee. Ma il percorso è ancora lungo e manca oltre un anno all’appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Per il momento il Terzo polo sembra funzionare soltanto come ruota di scorta, soprattutto per un centrosinistra senza i 5Stelle. Niente male per chi voleva sfasciare il bipolarismo e diventare il Macron italiano. 

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