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Disastro Schlein, dai flop in tv a mr. Eutanasia

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Schlein, che disastro. La segretaria del Pd non ne azzecca una, né sul piano della comunicazione né su quello della (in)decisione politica. Elly è la personificazione di Amleto nel Terzo Millennio. Non sa prendere posizione sui dossier più spinosi per la sinistra (dal referendum sul Jobs Act che sta organizzando Maurizio Landini alla questione del termovalorizzatore di Roma). A chi la incalza risponde in modo vago e incomprensibile: per molti la Schlein è l’emblema ambulante dell’ineffabilità della politica.

Dalle parti di largo del Nazareno cresce la preoccupazione. La vecchia guardia che l’appoggiò un anno fa nella corsa alla segreteria (Dario Franceschini e Andrea Orlando su tutti) s’è rinchiusa in un imbarazzato silenzio. E, quando parla, è per tirare colpi bassi. A dir poco perfido s’è rivelato l’altro giorno Nicola Zingaretti. Prima ha elogiato Elly in pubblico. Poi, a microfoni spenti, s’è lasciato sfuggire: «Con questa qui non prendiamo neanche il 17 per cento».

Particolarmente disastroso per la Schlein si sta rivelando questo settembre, mese di ripresa dell’attività politica. La segretaria ha collezionato uno scivolone dietro l’altro. Il primo scivolone è stato quando ha usato parole sprezzanti con i 31 dirigenti dem che hanno lasciato il Pd in Liguria: «Dispiace quando qualcuno va via, ma forse avevano sbagliato indirizzo prima». Il secondo scivolone è avvenuto quando la Schelin s’è pentita di aver usato parole così dure verso i dissidenti. E ha provato a rimediare chiedendo scusa ai fuoriusciti. Un/a leader della politica non deve mai chiedere scusa, pena l’accusa di incertezza e incoerenza.

Ma lo scivolone più rovinoso è stata la decisione, venuta in questi giorni, di appoggiare il radicale Marco Cappato nella candidatura alle elezioni suppletive nel collegio uninominale di Monza per il Senato (era quello di Silvio Berlusconi). Dire che si tratta di una scelta autolesionista è dire poco: la Brianza è terra tradizionalmente cattolica e Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, balzò a suo tempo agli onori delle cronache per aver accompagnato Dj Fabo all’eutanasia in Svizzera.  Come si può candidare un personaggio simile, che a buon diritto possiamo definire “mister Eutanasia”, in una zona in cui l’associazionismo d’ispirazione religiosa conserva ancora un certo peso politico? Il primo a essere infuriato è proprio il Pd locale, che ha deciso di non seguire la decisione della Schlein. Che farà Elly, espellerà dal partito gli esponenti brianzoli del Pd, per poi, subito dopo, pentirsene? Certo, si può sempre osservare che il candidato del centrodestra risponde al nome di Adriano Galliani, un vero nume tutelare a Monza e dintorni. Ma sostenere uno come Cappato equivale a seguire solo una scelta ideologica e darsi per sconfitti in partenza. Alla fine, potrebbe avverarsi la cupa profezia annunciata da Stefano Bonaccini sul Pd a guida Schlein: «Un partito piccolo e radicale non serve».

Al dunque, la leadership di Elly si sta rivelando un grande problema per il Pd. E scricchiolii di cedimento si stanno udendo un po’ovunque. Particolarmente inquietanti quelli che arrivano dalla stampa amica. Giovedì sera, per dirne una, Massimo Giannini è fragorosamente sbottato con la Schlein durante trasmissione “Otto e mezzo” su La7. «Non dice una parola chiara, questo è il limite della sua segreteria», ha detto, tagliente, il direttore de “La Stampa” alla leader Pd dopo che questa aveva, per l’ennesima volta, eluso le domande. E subito dopo Lilli Gruber ha rincarato, infuriata, la dose. «Ci deve rispondere!», ha intimato la conduttrice di “Otto e mezzo” alla Schelin.

Qualcosa vorrà poi pure dire se un’altra penna di sinistra come Massimo Gramellini sbeffeggi in questo modo, sul “Corriere”,  la segretaria piddina: «Forse persino il suo criticatissimo ricorso all’armocromista dipende dal fatto che da sola non riesce a decidere neanche come vestirsi».

Il dramma del Pd è che, al momento, non ha alternative. E si deve tenere la Schlein fino al prossimo congresso. Se il partito di largo del Nazareno ci arriverà…

 

 

 

 

 

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