Tutti attendevano il discorso che avrebbe pronunciato venerdì scorso Hassan Nasrallah, leader spirituale di Hezbollah, per capire la piega che avrebbe preso la guerra in Medio Oriente. Se Nasrallah avesse dichiarato guerra ad Israele, il conflitto israelo-palestinese sarebbe diventato una vera e propria guerra regionale. Ma non è stato così. Il discorso dello sceicco libanese è stato un vero e proprio capolavoro di equilibrismo. Ha detto che il movimento Hezbollah – nelle cui file milita un esercito privato tra i più agguerriti del Medio Oriente – appoggia in toto la causa palestinese. Ha però precisato che l’operazione militare al Aqsa Flood, scatenata da Hamas, è stata non soltanto progettata esclusivamente dalla formazione palestinese, ma anche tenuta in gran segreto, tanto che Hezbollah non ne sapeva nulla. Una presa di distanza quella di Nasrallah? E che dire delle ulteriori affermazioni dello sceicco, secondo cui Hezbollah ha messo sul tavolo tutte le opzioni, ivi compreso l’intervento militare contro Israele a fianco dei palestinesi? Quanto a quest’ultima affermazione, lo sceicco libanese ha aggiunto che queste decisioni dipenderanno dal comportamento di Israele nella striscia di Gaza.
Quelli che speravano in un deciso di intervento militare di Hezbollah a fianco di Hamas sono rimasti delusi. Per comprendere le ragioni di questa straordinaria prudenza del leader di Hezbollah sono necessarie alcune considerazioni. Il movimento libanese guidato dallo sceicco Hassan Nasrallah, in quanto musulmano sciita è fortemente collegato con l’Iran. Se si osservano le dichiarazioni e il comportamento dei leader politici e religiosi iraniani in merito al conflitto tra Israele e Hamas, si può notare la stessa straordinaria prudenza di Nasrallah. Sì, i leader della Repubblica Islamica dell’Iran hanno espresso forte solidarietà con i palestinesi di Hamas. Auspicano la fine dello Stato di Israele. Ma hanno tenuto a precisare che l’Iran non ha finanziato né fornito aiuti militari ad Hamas. I palestinesi hanno fatto tutto da soli. Probabilmente tutta la corrente islamica filo iraniana ha adottato una posizione di estrema cautela perché vuole evitare di scatenare una guerra regionale che dal Medio Oriente potrebbe diffondersi al resto del mondo. Se guerra deve essere la responsabilità di scatenarla devono assumerla gli Stati Uniti e Israele. Non è una questione di poco conto. I destini del nostro pianeta potrebbero dipendere da queste determinazioni.
Queste le parole. Ma i fatti vanno in ben altra direzione. Il 4 novembre i militanti del partito libanese Hezbollah hanno lanciato contro Israele un nuovo potente missile, il Burkan, mai usato prima, con una dose di esplosivo di 500 Kg. Il missile avrebbe distrutto una base militare israeliana. I media israeliani hanno espresso dopo questo episodio forte preoccupazione. Con il suo arsenale missilistico Hezbollah potrebbe infliggere ad Israele ingenti danni.