Il fatto che Trump non sia in grado di stare lontano dai riflettori è un dato assodato e gli eventi degli ultimi giorni, ne sono la prova. Durante la giornata di lunedì Trump ha testimoniato nel processo per truffa a New York, in cui è imputato insieme ad altri dirigenti dell’azienda e ai suoi stessi figli.
Come è ormai noto ai più, l’accusa sostiene che Trump, con la collaborazione di dirigenti e figli, avrebbe manipolato la valutazione degli immobili della società di famiglia, aumentandola di diversi miliardi di dollari per ingannare i finanziatori, i broker assicurativi e le autorità finanziarie, e ottenere così tassi migliori sui prestiti bancari e sulle polizze assicurative.
La procura di New York ritiene che con queste pratiche illecite la società abbia guadagnato circa 250 milioni di dollari, che, con grande ottimismo, punta a recuperare con questa causa. Nel tentativo di spiegare l’inesistenza delle attività illecite di cui è accusato, Trump ha messo in seria difficoltà il giudice Arthur F. Engoron, trasformando la sua testimonianza in un vero e proprio dibattito politico.
L’ex presidente, probabilmente dopo essere stato messo alle strette, ha assunto atteggiamenti al limite dell’aggressività nei confronti di Engoron, fino ad arrivare a mettere in dubbio le capacità oggettive del giudice, in quanto, ad avviso di Trump, il processo non si sta attendendo ai principi dell’imparzialità.
È per questo motivo che il candidato repubblicano ha deciso, per l’intera durata del processo, di rispondere in modo evasivo alle domande, tramite lunghe digressioni, esaltando le sue capacità imprenditoriali e infine sostenendo di essere oggetto di una persecuzione politica.
L’accesso temperamento di Trump non è di certo una novità. Ciò che ha suscita stupore all’interno dell’opinione pubblica però è la fermezza nel mantenere un atteggiamento così irrequieto in un processo che potrebbe portarlo ad un risarcimento di 250 milioni di dollari.
Anche il New York Times si è espresso sulla questione, facendo riferimento al giudice Engoron: “Ha cercato di fare quello che Hillary Clinton, una serie di quotatissimi moderatori di dibattiti televisivi e persino i suoi avvocati non sono mai riusciti a ottenere: farlo smettere di parlare”.
L’ingombrante modus operandi di Trump sembrerebbe funzionare anche nella corsa alle presidenziali, in quanto, stando ai sondaggi della Cnn Trump è al 49%, mentre Biden al 45%. Dall’SSrs pubblicato dall’emittente televisiva è emerso che Tra gli elettori sotto i 35 anni, il 48% sostiene Trump e il 47% Biden. Tra gli elettori indipendenti il 45% vota Trump e il 41% Biden.
La corsa alle presidenziali di Trump sembra presentare prospettive alquanto proficue. Al contrario Biden dovrà fare i conti con una percezione, alquanto diffusa tra gli elettori, di un peggioramento delle condizioni di vita negli Usa.
Il presidente in carica , inoltre, sconta una riduzione del sostegno presso fasce di elettorato decisive, che nelle elezioni precedenti lo hanno sostenuto fermamente e, paga anche un crescente sentimento di sfiducia nella sua capacità di svolgere il ruolo di presidente.