Fra il Pd di Matteo Renzi e Forza Europa di Emma Bonino l’idillio sembra finito ancor prima di cominciare. La difficoltà dei Radicali e soci di raccogliere le firme richieste per presentare liste e candidature nei vari collegi ha portato alla rottura, al punto che Bonino e company minacciano ora di correre da soli. Intanto Liberi e Uguali, sotto la guida di Pietro Grasso, prosegue la sua corsa per vincere la sfida con il Pd a sinistra. Ne abbiamo parlato con Chiara Geloni, giornalista e responsabile del sito internet di Articolo 1-Mdp, movimento nato dalla scissione dei Dem e oggi azionista di Liberi e Uguali.
La rottura fra Forza Europa di Emma Bonino e il Pd è soltanto legata ad un fatto tecnico oppure nasconde delle ragioni politiche?
Penso sia determinata dal fatto che la legge elettorale è scritta malissimo e fra le altre cose non ha previsto adeguatamente le procedure richieste per le alleanze. E’ stata scritta da persone che all’alleanza non credono e infatti non hanno mai creato le condizioni perché il Pd avesse dei veri alleati. Non c’è da stupirsi se oggi a causa di intoppi procedurali saltino alleanze che oltretutto non hanno mai avuto radici profonde.
Sta dicendo che fra Pd e Radicali le ragioni politiche per l’alleanza non ci sarebbero mai state?
I Radicali sono sempre stati molto pragmatici quando è stato il momento di stringere alleanze o prevedere tattiche di presenza parlamentare. Da parte loro credo non sarebbero venuti problemi politici insormontabili. Piuttosto fa un certo effetto vedere la Bonino alleata della Lorenzin, questo può far sorgere più di una perplessità.
C’è chi ha visto uno scontro di personalità fra Renzi e Bonino. E’ così?
Renzi ha uno scontro di personalità con tutti, lo dimostra il fatto che non ha alleati. Bonino o non Bonino, vere alleanze non è stato mai in grado né di farle, né di mantenerle. Questo è il grande limite della sua politica. Sia all’interno del Pd che fuori, Renzi concepisce soltanto la logica dei rapporti di forza ed è per questo che con lui nessuna alleanza può durare.
Il Pd dunque si è auto isolato?
Direi proprio di sì
In compenso però Renzi è pronto a schierare in campo come indipendenti il medico pro vax Roberto Burioni e l’avvocato Lucia Annibali simbolo della battaglia contro la violenza sulle donne e il femminicidio. Non è stato questo un colpo azzeccato?
Non mi sorprendono queste candidature.
Nel caso di Burioni c’è chi parla di arma a doppio taglio visto che i no vax sono anche nel Pd. Potrebbe rivelarsi alla fine una candidatura scomoda?
Non credo, perché il Pd si è molto caratterizzato nella battaglia a favore dei vaccini obbligatori soprattutto nello scontro con il M5S. Ripeto, non sono affatto sorpresa da queste candidature, né da quella di Burioni, né da quella dell’Annibali.
Passando a Liberi e Uguali come vanno le cose?
La campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo: il 7 gennaio ci sarà un’assemblea nazionale che dovrà approvare il programma e i criteri per le candidature che poi verranno affidate alla scelta dei territori con assemblee locali che inizieranno subito dopo.
L’equivoco Pisapia è stato dunque “finalmente” rimosso?
Finalmente non lo so. A me dispiace che con Pisapia sia finita così. Certamente però a lungo andare questa situazione ci stava immobilizzando facendoci perdere del tempo prezioso. Penso tuttavia sia stato giusto tentare un dialogo. Non sono fra i pentiti, sono anzi orgogliosa di aver lavorato per ampliare l’offerta di un centrosinistra nuovo e plurale. Non sono pentita anche perché molti degli ex compagni di strada di Pisapia hanno scelto di stare con noi.
Cosa è mancato alla fine? Perché con Pisapia si è arrivati alla rottura?
Pisapia aveva in mente uno schema che non si è rivelato realistico. Però c’è di positivo che lui non si candida contro di noi, ha soltanto rinunciato all’idea di realizzare un progetto di centrosinistra che includesse anche il Pd e che ha capito essere impossibile. Ha ritenuto di non riconoscersi nella nostra proposta ma nemmeno in altre.
Avanti con Pietro Grasso dunque?
Certo e senza indugio.