Roma Golpe Capitale è il primo documentario indipendente che analizza nel dettaglio le motivazioni che hanno portato alla caduta di Ignazio Marino e all’interruzione del suo mandato da sindaco. Diretto da Francesco Cordio, arriverà nelle sale dal 30 gennaio prossimo.
Realizzato con un montaggio che parte da Philadelphia, dove Marino è stato richiamato a lavorare dal presidente della Jefferson Health, Stephen K. Klasko, Roma Golpe Capitale ripercorre tutte le tappe che hanno scandito la vicenda, intervallandole con interventi di voci autorevoli.
Il docufilm raccoglie, infatti, numerose interviste di importanti firme del giornalismo italiano, magistrati, personalità politiche ed istituzionali che hanno assistito da vicino alle vicende fra il 2013 e il 2015.
Troviamo tra gli altri, Federica Angeli, giornalista del quotidiano la Repubblica, costretta a vivere sotto scorta per via del suo impegno alla lotta contro la criminalità del litorale romano. Il magistrato Gian Carlo Caselli, Roberto Tricarico, ex capo gabinetto del Sindaco Ignazio Marino. L’architetto Giovanni Caudo, ex assessore all’urbanistica della Giunta Marino, attualmente Professore Associato di Urbanistica presso l’Università degli Studi di Roma Tre, Loredana Granieri, ex capo staff Assessore Cattoi della Giunta Marino. Francesco Luna, giornalista e blogger per Il Giorno e l’AGI. Massimiliano Tonelli, giornalista e direttore di Artribune e co-fondatore del blog Roma fa schifo. Lila Yawn, Professore Associato di Storia dell’Arte presso la John Cabot University.
Tutti mettono in luce aspetti particolari del sindaco “marziano”, estraneo alle logiche di partito e più vicino alla concretezza dell’uomo di scienza.
Particolarmente riuscita dal punto di vista estetico, la scelta di mostrare l’evoluzione dei fatti con disegni che richiamano l’opera “Trionfi e Lamenti” dell’artista sudafricano Willian Kentridge, che si estende sui 550 metri del muraglione della riva destra del fiume Tevere, corrispondente al tratto del lungotevere che da Piazza Trilussa, costeggiando la Villa Farnesina, risale il corso del fiume fino all’altezza del carcere di Regina Coeli.
Tra le immagini previste per questo murales ci doveva essere anche la sagoma di Ignazio Marino in bicicletta, poi esclusa dall’opera finale, regalata per la locandina del film.
Con un taglio decisamente cinematografico più che documentaristico, Francesco Cordio evidenzia con disincanto l’ineluttabile natura gattopardiana di certi sitemi di potere, impossibili da scardinare.
Ma sull’affaire Marino non sembra ancora calata la parola fine, visto che pochi giorni fa, precisamente l’11 gennaio 2018, la Corte di Appello di Roma ha ribaltato l’assoluzione in primo grado, condannando l’ex sindaco a due anni di reclusione per falso e peculato per la vicenda scontrini, che nel 2015 mise fine alla sua esperienza in Campidoglio. Assolto invece dall’imputazione di truffa per le consulenze della onlus Imagine di cui è presidente.
“Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio. Sono amareggiato anche se tranquillo con la mia coscienza perché so di non aver mai speso 1 euro pubblico per fini privati” ha dichiarato Marino, che prima della Cassazione sarà giudicato dagli spettatori.