La domanda del giorno: esiste la razza? O solo la specie… E che differenza c’è? Lo Speciale ha contattato il biologo Enzo Pennetta, docente di scienze naturali e saggista di successo (ha scritto dal libro ‘Inchiesta sul darwinismo’ edizioni Cantagalli a ‘L’ultimo uomo. Malthus, Darwin, Huxley e l’invenzione dell’antropologia capitalista’), anche responsabile e creatore del sito ‘Critica scientifica’, dopo la bufera che si è abbattuta sul candidato alla Regione Lombardia per il centrodestra Attilio Fontana.
Prof. Pennetta, ce lo stiamo chiedendo tutti. Ci spiega se a livello scientifico e biologico esiste o no la razza?
“Cerco di riassumere in modo fruibile. Dal punto di vista biologico esistono le specie e poi le varietà, il concetto di razza è al livello di varietà. Va detto subito che a livello politico è più di un anno che è stata posta in essere l’iniziativa per togliere il riferimento alla razza che appare nella Costituzione italiana, quando sancisce: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Dunque, esiste un dibattito sul tema…
“La questione è quantomai controversa e dibattuta, sicuramente è aperta. Sicuramente questa istanza sulla rimozione della razza dalla Costituzione potrebbe essere un’opportunità per approfondire”.
Comunque torniamo alle varietà…
“Le varietà esistono, ma il problema non è qui. Rispondete a questa domanda: le varietà hanno diversi diritti? Questo è il punto. Una volta che i diritti sono garantiti per tutta la specie umana, il concetto di varietà e di razza assume un’accezione negativa solo se si vuol farla diventare così. Altrimenti le differenze sono ricchezze, quindi la differenza può essere rintracciabile, ma dal punto di vista dell’uguaglianza giuridica non è importante. Comunque al momento la questione è aperta come ricordavo prima”.